Le capogruppo del Pd, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, chiederanno per la settimana prossima un incontro urgente ai presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Casellati per intervenire sul presidente del Copasir, Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia. Per il Pd la convocazione dell’agente dei servizi segreti Marco Mancini era illegittima e il componente del Copasir Enrico Borghi (Pd) ha scritto una dettagliata lettera di accusa inviata ai presidenti del parlamento, del Copasir e al sottosegretario alla Presidenza del consiglio con la delega ai servizi segreti, Franco Gabrielli.

L’audizione

Mancini è tornato interessante quando, in un servizio di Report, è stato pubblicato un video che lo ha ritratto in compagnia dell’ex premier Matteo Renzi in Autogrill lo scorso dicembre.

L’ex direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Gennaro Vecchione, chiamato a riferire al Copasir, ha raccontato di essere totalmente all’oscuro della vicenda. Dopo l’audizione, Mancini è stato spinto a pensionarsi anticipatamente.

Prima che tornasse un privato cittadino, anche Mancini il 14 luglio è stato convocato in Commissione, dove ha smentito Vecchione e ha aggiunto che anche l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte era al corrente dei suoi tête-à-tête con i politici.

Riguardo l’incontro con Renzi, Mancini ha confermato la storia fornita dall’ex premier. Al centro dell’incontro, ha ripetuto, ci sarebbero stati dei “Babbi” di cioccolato, dei waferini, di cui ogni anno lo 007 omaggia l' ex premier. E, riporta Repubblica, l’agente avrebbe prodotto al cospetto dei parlamentari presenti persino la ricevuta.

La guerra di tutti contro tutti

Il Pd non ha partecipato per protesta. Borghi aveva addirittura chiesto di cancellare l’audizione. Nella lettera si legge che il Copasir solo «in casi eccezionali», può disporre «con delibera motivata l’audizione di dipendenti dei Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica». La delibera inoltre, deve essere comunicata al presidente del Consiglio dei ministri che, «può opporsi per giustificati motivi allo svolgimento dell’audizione». Per Borghi la delibera non è mai stata prodotta, e non è stato spiegato il perché di questa audizione, visto che, secondo il parlamentare avrebbe dovuto essere messa in programma solo qualora il presidente o altri parlamentari avessero ritenuto insufficienti le risposte di Vecchione.

La lettera specifica: «A fronte delle mie osservazioni fatte per le vie brevi circa i difetti formali e sostanziali di tale procedura, la vicepresidente del Copasir Federica Dieni si preoccupava di assicurarmi che sarebbe stato l’Ufficio di Presidenza di domani (13 luglio, il giorno prima dell’audizione, ndr) – evidentemente precipitosamente convocato successivamente alla convocazione del Comitato – a perimetrare l’audizione di mercoledì. Confermando implicitamente, peraltro, la bontà delle mie asserzioni». Adesso è emersa la versione di Mancini in contrasto con Vecchione e secondo il Pd non è possibile procedere in alcun modo per appurare la verità, visto che di fatto l’audizione non sarebbe valida.

Al Copasir si era appena ristabilita la calma dopo il subentro di Adolfo Urso di FdI alla presidenza dopo l’ex presidente leghista Raffaele Volpi, che non aveva alcuna intenzione di lasciare. Che sia vero o che sia falso, quanto riferito da Mancini ha tirato nuovamente in ballo l’ex premier, Giuseppe Conte, e Vecchione. Inoltre, nonostante le sedute del Copasir siano coperte da segreto, le sue parole sono finite su tutti i giornali.

Alla base di questo scompiglio, ci sarebbero i parlamentari di Forza Italia, Elio Vito (FI) e Federica Dieni (M5s), che per primi avrebbero chiesto di convocare il quasi ex agente. Michele Anzaldi di Iv su queste pagine non aveva escluso una guerra tra servizi segreti, ma a questo punto è diventata una guerra di tutti contro tutti e la prossima settimana toccherà ai due presidenti decidere come intervenire.

© Riproduzione riservata