«Il governo la scorsa estate non è mai andato in vacanza» ed è per questo che «non posso accettare che passi il messaggio di un presidente e di un governo che hanno abdicato ai propri doveri approfittando della pausa estiva, che un solo weekend passato al mare o una singola cena a margine di un appuntamento istituzionale vengano così strumentalmente sottolineati. Chiarisco, allora, che questa estate non ho mai concesso pause alla mia attività istituzionale». A dirlo è il premier Giuseppe Conte in una lettera pubblicata su Repubblica.

«Sono giorni di nuove restrizioni e di scelte mirate a prevenire scenari di maggiore sofferenza. Dobbiamo continuare a essere determinati e rimanere uniti», chiede Conte ricordando di aver «da subito scelto la strada della trasparenza».

«Anche nel mese di agosto sono stato sempre immerso nello studio dei vari dossier e nella soluzione dei vari problemi, avendo cura, insieme ai ministri competenti e ai vari esperti, che la piena ripresa delle varie attività sociali ed economiche avvenisse in piena sicurezza. Anche nel periodo più caldo agostano ho preferito non allontanarmi da Palazzo Chigi, rimanendo a mezz'ora dal mio ufficio e continuando a fare riunioni pressoché quotidiane da remoto», ricorda ancora il premier.

«Questo governo non ha la bacchetta magica, ma ha le maniche della camicia sempre ben arrotolate, da quando è iniziata la pandemia. Dobbiamo prendere atto che siamo alle prese con uno tsunami che sta scuotendo l'intera Europa mettendo in difficoltà tutti i Paesi».

«Non ricerchiamo alibi: possiamo e dobbiamo fare di più. Ma non abbiamo mai tirato i remi in barca. Con il supporto del Cts abbiamo approntato interventi per permettere agli italiani di andare in vacanza e al turismo di ripartire, grazie a protocolli vincolanti per garantire la sicurezza tanto in spiaggia quanto nei ristoranti», ricorda il premier in merito alle misure prese in estate.

«Non sempre le regole sono state rispettate, non ignoriamo la realtà. Ma il governo non ha mai assecondato un ripristino delle varie attività senza cautele e accortezze varie. Ricordiamo le polemiche sull'apertura delle discoteche: ma il governo non ha mai dato il via libera; anzi, una volta constatata la risalita della curva epidemiologica ha lavorato per convincere anche i governatori più riluttanti a disporne la chiusura».

Secondo Conte, «i Dpcm e i decreti legge fra luglio e agosto hanno permesso di prorogare le misure precauzionali e al contempo di tutelare la nostra economia, in significativa ripresa», sottolineando le polemiche sulla proroga dello stato di emergenza dello scorso 29 luglio.

«Questa seconda fase viene perlopiù descritta come una violenta ondata che si abbatte ben al di sopra di quelle che erano le pur prudenti attese degli altri Paesi europei. Questa descrizione invece non varrebbe per l'Italia: per molti la portata e gli effetti di questa seconda ondata sarebbero da imputare solo ed esclusivamente alle responsabilità di chi governa. È un approccio singolare, comprensibile nella logica di chi vuole alimentare polemiche politiche», scrive il presidente del Consiglio che non vuole unirsi a «chi ogni giorno vende panacee a buon prezzo».

«Abbiamo sempre cercato di essere ciò che questi mesi difficili richiedono di essere: donne e uomini che sanno di avere una grande responsabilità, ovvero lavorare per far uscire il Paese da questa sofferenza. Ed è quello che continuiamo a fare, è quello che siamo certi di riuscire a fare. Con l'aiuto di tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro Paese», conclude.

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