- Lo strappo con la Corte dei conti arriva in aula, con il voto sugli emendamenti che limitano i controlli sul Pnrr.
- Le toghe in assemblea annunciano iniziative «a difesa dell’indipendenza» e diffidano del tavolo governativo.
- Il rischio sottovalutato, però, è che la mossa italiana venga letta in Ue come la volontà sospetta di mettere la proverbiale polvere sotto il tappeto.
La decisione è presa e tornare indietro non si può: il governo ha messo la fiducia e oggi si voteranno alla Camera i due emendamenti al decreto legge Pubblica amministrazione che limitano i poteri di controllo della Corte dei conti sul Pnrr. I tempi devono essere rapidi: la conversione deve avvenire entro il 21 giugno il decreto deve passare anche dal Senato. Nessun rischio da parte delle opposizioni, che in aula si presentano divise: Pd e Movimento 5 Stelle hanno annunciato la loro opposizione



