In vista del voto Domani fa il punto sul posizionamento dei partiti in merito ad alcuni temi chiave della campagna elettorale
Diritti civili, giustizia, lavoro, economia, giustizia, transizione ecologica e grandi opere, sicurezza, politica estera, istituzioni: sono i temi su cui i partiti in corsa alle elezioni del 25 settembre 2022 si sono confrontati e, spesso, scontrati in questa campagna elettorale estiva.
Domani ha analizzato con attenzione i programmi e le dichiarazioni rese in queste settimane con lo scopo di mettere a fuoco la posizione di ogni forza politica su queste tematiche, in modo da offrire, alla vigilia del voto, un quadro chiaro ai suoi lettori. Abbiamo preso in esame oltre alle due principali coalizioni, quella di centrodestra e quella di centrosinistra, anche il Movimento 5 stelle, il cosiddetto terzo polo (Azione-Italia Viva) e Unione popolare, basando la nostra ricerca soprattutto sui programmi che vincolano (o dovrebbero vincolare) i partiti ad attuare, una volta in parlamento, quanto promesso.
Ci siamo serviti delle dichiarazioni fatte durante i comizi o sui social soltanto laddove mancasse nei programmi il riferimento all’argomento che si stava considerando.
Le politiche economiche
Uno degli argomenti più caldi della campagna elettorale è stato quello del reddito di cittadinanza, con il centrodestra fortemente critico su questo tipo di tutela sociale e l’ala progressista intenzionata a difenderlo.
Nonostante la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, durante gran parte della campagna elettorale abbia sostenuto l’abolizione del reddito di cittadinanza per poi correggersi verso la fine e specificare che «il reddito va’ dato solo a chi non può lavorare», nel documento programmatico del suo partito mette in chiaro l’intenzione di «abolire il reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito».
Contrari sono anche i suoi alleati con la Lega intenzionata a revisionarlo e Forza Italia a trasformarlo in «in una misura di sussistenza specifica». Il Terzo polo intende «eliminarlo dopo il primo rifiuto, ridurlo dopo i primi due anni».
Il Movimento 5 stelle, per cui il Rdc è un pilastro identitario, è favorevole a mantenerlo, così come lo sono Unione popolare, che vorrebbe aumentare gli attuali 780 euro a mille, e il Partito democratico che crede, però, siano necessarie alcune modifiche.
Centrodestra e Unione popolare si vedono uniti nel sostenere la necessità di un aumento delle pensioni, mentre non si sono espressi su questo tema Movimento 5 stelle e Pd. «Le pensioni in Italia non si possono aumentare, perché la spesa per le pensioni è già il doppio rispetto a quella sostenuta per sanità e istruzione», sostiene, invece, il Terzo polo.
Sostegno unanime, con la sola eccezione del Terzo polo, a investimenti nell’edilizia popolare.
Tra progressisti e conservatori la spaccatura è profonda in tema di tassazione. Lega, Forza Italia e Lega vogliono la flat tax, ciò l’introduzione un’unica aliquota per le imposte sul reddito. Fortemente contrari alla misura sono Partito democratico, Movimento 5 stelle e Terzo polo. Non tocca l’argomento Unione popolare.
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