Mario Draghi ha ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’incarico di formare il governo, e in queste ore circola di nuovo l’ipotesi della cosiddetta “maggioranza Ursula” che gli consenta di trovare la necessaria fiducia in parlamento. Con l’espressione “maggioranza Ursula” ci si riferisce alla possibilità di fondare un nuovo esecutivo con una maggioranza composta dalle forze che nel luglio 2019 hanno votato all’Europarlamento la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Quale maggioranza?

Le formazioni politiche in questione sono il Movimento cinque stelle, il Partito democratico, Forza Italia e Italia viva all’epoca delle votazioni ancora parte del Pd. In un primo momento si pensava che potessero sostenere un ipotetico Conte Ter. In molti hanno visto nell’appello alle «forze europeiste» lanciato dal premier dimissionario Giuseppe Conte un invito neanche troppo velato affinché almeno una parte di queste forze politiche si radunasse sotto la sua guida per far nascere un terzo governo da lui guidato. 

Forza Italia ha sempre smentito ogni convergenza su Conte che comportasse l’abbandono del centrodestra, ma adesso, con l’avvento di Mario Draghi, la posizione degli azzurri è cambiata.

Il rebus dei nomi

Se la creazione del governo non è scontata, lo stesso discorso vale per i nomi che dovrebbero accompagnare Draghi. Adesso che è arrivato un premier tecnico, più voci si stanno levando per un «governo politico». Inoltre, il voto favorevole di Forza Italia, potrebbe portare alla rottura della coalizione di centrodestra oppure a un’inedita coalizione. Il leader della Lega Matteo Salvini in queste ore sta riflettendo seriamente sulla sua posizione. Il Movimento 5 stelle inoltre, se da una parte avrebbe fatto parte di una maggioranza Ursula a sostegno di Conte, ancora non ha deciso cosa farà con Draghi. Il Pd spinge affinché ceda.

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