Le reazioni sono scomposte. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha telefonato in tv per ribadire la fermezza sul caso Alfredo Cospito e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove ha detto al Foglio che pensa di cambiare casa.

Tutto è partito martedì, quando il deputato Giovanni Donzelli ha letto alla Camera alcune intercettazioni tra Cospito, l’anarchico al 41 bis che sta portando avanti lo sciopero della fame per protestare contro il carcere duro, ed esponenti delle mafie, traendo spunto da questo per attaccare il Pd, visto che una delegazione è andata a verificare le condizioni in cella dell’anarchico.

In serata è emerso che le informazioni lette da Donzelli con nomi e giorni arrivano da un’informativa del ministero della Giustizia che gli ha passato Delmastro Delle Vedove. Il politico suo coinquilino ed ex avvocato della presidente del consiglio. Al Foglio, due giorni dopo, il sottosegretario ammette che «sono stati fatti degli errori» e poi «non doveva leggere testualmente l’informativa del Dap».

L’indagine

Mercoledì la procura a seguito di un esposto del deputato Angelo Bonelli (Europa Verde) ha aperto un’inchiesta per appurare se questo passaggio di informazioni sia o lecito o no. Le opposizioni hanno chiesto alternativamente le dimissioni di Donzelli da vicepresidente del Copasir, l’organismo parlamentare che vigila sui servizi segreti, e di Delmastro dal ministero.

Nessuno finora ha deciso di fare un passo indietro. Delmastro nell’intervista ha spiegato che ha parlato dell’informativa a Donzelli la mattina alla Camera prima che il deputato intervenisse: «Prendeva appunti». Il sottosegretario dice che è sicuro che la procura chiuderà l’inchiesta dopo averlo sentito.

Delmastro

Il parziale dietrofront di Delmastro è arrivato dopo aver rivendicato per due giorni di aver riferito lui le informazioni riservate, ma a suo dire non segrete, a Donzelli: «Sono in ordine con la mia coscienza. Non sapevo che Giovanni avrebbe usato quell’informativa», aggiunge adesso. Non ha intenzione di dimettersi: «No, ho chiarito la mia posizione con la premier. Mi ha creduto perché è la verità. Non erano documenti secretati né classificati».

Il ministro Carlo Nordio che è intervenuto in aula alla Camera e al Senato non è entrato nel merito. Il sottosegretario non ha parlato con il ministro, ha raccontato ancora, «ma con il suo gabinetto sì». Dice che Nordio non lo attaccherà ma «speriamo che regga la linea». Adesso potrebbe pensare di cambiare domicilio separandosi da Donzelli: «Ci sto pensando, è un’ipotesi. Questa sera glielo propongo».

Pronto Palombelli

La presidente del Consiglio ha chiarito a Stasera Italia su Rete4 che su Cospito «lo stato rimane fermo».

Non ci saranno aperture su Cospito: «Perché io credo che lo Stato debba rimanere fermo di fronte alle minacce di mafiosi e terroristi». Meloni ha ricordato i recenti fatti di cronaca che si stanno accompagnando allo sciopero della fame dell’anarchico: «Abbiamo auto di funzionari delle ambasciate italiane che saltano, continue minacce allo stato da parte di questi anarchici e la domanda è se il governo stia eccitando la piazza? Io, francamente, rimango un po’ di stucco. Dobbiamo rimettere le cose nella giusta direzione, bisogna capire chi crea il problema e chi non lo crea, perché il problema non lo ha mica creato il governo. Il problema lo hanno creato delle persone che decidono deliberatamente di sfidare lo stato italiano», ha aggiunto Meloni, che ha criticato il titolo di Domani “Meloni è pronta a lasciar morire in carcere Cospito” (senza citare il giornale). Intanto le condizioni del recluso si aggravano, e Cospito ha annunciato che non ha intenzione di farsi alimentare forzatamente qualora le circostanze precipitassero.

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