Italia

Nella crisi dei poteri dello stato l’ascesa di Meloni è una sciagura

  • Il governo di estrema destra che ha vinto le elezioni guida un sistema in cui da tempo – se non da un punto di vista formale, certamente da quello sostanziale – sono saltati gli equilibri tra i poteri dello stato.
  • Le preoccupazioni sono ovviamente mitigate dai cosiddetti vincoli esterni (in primis quelli con l’Unione europea), dal deep state e dalla presenza silenziosa del presidente della Repubblica.
  • Non è un caso che Meloni consideri il Quirinale un lacciuolo insopportabile alla sua azione di governo, e che abbia promesso ai suoi elettori una riforma in senso presidenzialista della nostra Costituzione. In queste condizioni cadrebbe uno dei pochi baluardi rimasti, e un’orbanizzazione dell’Italia (intesa come modello di nuova democrazia illiberale) non sarebbe più impossibile.

C’è un aspetto, nel contesto politico attuale, che non è stato ancora messo a fuoco, e che giustifica la preoccupazione di un pezzo di paese di fronte all’ascesa di Giorgia Meloni. Il governo di destra che ha vinto le elezioni guida infatti un sistema in cui da tempo – se non da un punto di vista formale, certamente da quello sostanziale – sono saltati gli equilibri tra i poteri dello stato. Bilanciamenti necessari a una democrazia solida per non piegare la sua forma verso regimi autocratici o,

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