passato nel presente

Da Prezzolini a Meloni: l’invenzione della nazione

Con toni spavaldi si torna a parlare di nazioni come comunità di destino. Ma che cos’è esattamente che dovremmo celebrare quando ricordiamo i fautori del nazionalismo? Che senso hanno queste operazioni di uso e abuso del passato?

«L’Italia ci pareva un paese provinciale, piccolo, meschino poco tendente alla potenza. E invece la guerra fu un momento dell’Italia. Vi assicuro che era bellissimo». Correva l’anno 1968 quando Giuseppe Prezzolini scriveva con rammarico quanto esaltante fosse stato per la sua generazione l’essere stati sedotti dal mito rigenerativo del sangue nelle trincee. Nazionalista convinto, tra i più accaniti sostenitori delle piazze interventiste del 1915, il fondatore della Voce aveva fortemente creduto

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