Il giurista Daniele Trabucco è capolista alla Camera nel collegio Veneto 1 per Italexit, il partito del senatore Gianluigi Paragone. Si tratta di un volto già noto alla cronaca politica perché come già evidenziato in un articolo di Domani aveva ottenuto una nomina all’interno del governo Draghi, poi revocata grazie alle nostre inchieste. Su proposta di Fratelli d’Italia il 10 giugno del 2021 la ministra Mariastella Gelimini lo aveva scelto per partecipare, a titolo gratuito, a un tavolo tecnico sulla montagna che aveva l’obiettivo di aiutare il dicastero per le Autonomie regionali a elaborare una legge in materia.

Ma l’incarico è stato immediatamente revocato per via della vicinanza di Trabucco ad ambienti di Forza Nuova e al movimento no-vax. Infatti, Trabucco è un avvocato costituzionalista e fondatore dell’associazione Vicit Leo, finanziata dal trust fondato dal leader di Forza Nuova, Roberto Fiore.

L’entrata in Italexit

A inizio maggio Trabucco entra a far parte del partito Italexit, mentre lo scorso 26 giugno a Roma, nel corso del I° convegno nazionale, il segretario nazionale Paragone, lo ha nominato come Referente nazionale del dipartimento Affari costituzionali del partito. Il suo obiettivo è quello di delineare una strategia di uscita dall’Unione europea.

Il convegno criticato

Trabucco, però, è stato anche criticato perché l’università privata Unidolomiti, dove insegna come docente, ha ospitato lo scorso marzo del 2022, già quando l’invasione russa dell’Ucraina era iniziata, un incontro con l’ideologo Aleksander Dugin che fin da subito ha manifestato apprezzamento e soddisfazione per la guerra di Vladimir Putin. Il Corriere delle Alpi riporta che durante l’evento Dugin ha propugnato anche idee antisemite e razziste, e non è la prima volta che trova spazio nei convegni dell’università.

Oggi Trabucco non si accontenta più di una nomina per un tavolo tecnico, ma punta direttamente a entrare in parlamento.

© Riproduzione riservata