Ci aveva lasciati in sospeso con una promessa piccata: «Ho rilasciato un’intervista che uscirà presto, ho deciso di affidarmi a un certo tipo di giornalismo», ma alla fine era una bugia anche questa.

L’intervista annunciata dalla stessa Julia Elle non è uscita, così come nessuno ha potuto farle alcuna domanda nella famosa diretta social annunciata (addirittura) con un countdown («Mi piacerebbe fare una diretta in cui rispondere alle vostre domande, e dirvi cose, in cui riflettere insieme!», aveva detto).

Il suo confronto con i follower alla fine è stata una diretta di 8 minuti con i commenti chiusi e l’impossibilità di porle domande.

E non è possibile farle domande neppure sui suoi social, ormai, perché qualsiasi commento che contenga una qualche richiesta di chiarimenti o perplessità viene cancellato alla velocità della luce.

E anche qui, la nota propensione di Julia Elle per la verità si traduce in una spiegazione esilarante: «Esiste su Instagram un meccanismo automatico per prevenire il cyber bullismo, che oscura i messaggi provenienti da account fake o che propongono spam, non tutti purtroppo».

Certo, il famoso algoritmo che cancella commenti come «Perché non ci spieghi come sono andate le cose?».

Comunque, alla fine una cosa Julia Elle l’ha comunicata, sebbene in maniera goffamente subliminale, e l’ha fatto mostrando la foto di una penna appoggiata “casualmente” su un mobile di casa. Una penna con su scritto: Studio Legale Bernardini De Pace.

Insomma, un modo per fare sapere ai suoi follower che lei mica scherza, si è rivolta a un pezzo da novanta, ora il suo ex Paolo Paone deve iniziare a tremare veramente.

Lo scontro legale

Paolo Paone e Julia Elle al momento comunicano principalmente tramite avvocati e ancora oggi, per ragioni più che opache, a Paolo Paone è impedito di vedere e sentire sua figlia Chloe, oltre naturalmente Chris. Un mese intero senza poter più comunicare con i due bambini.

In compenso, Julia Elle, nonostante la situazione e le richieste disperate del padre, ha mostrato Chloe nelle sue storie su Instagram mentre preparava l’albero di Natale con il resto della famiglia, ballando in un’atmosfera apparentemente serena.

In pratica, Paolo Paone non può più abbracciare sua figlia e Chris perché vanno tutelati da non si sa bene cosa, ma tutto il web (compreso Paolo) li può spiare mentre preparano addobbi natalizi.

Da un punto di vista legale, la situazione è ingarbugliata. Chi segue Julia Elle da anni conosce bene la sua narrazione pubblica, ovvero quella di una felice famiglia allargata in cui i bambini crescevano in casa con lei e suo marito, mentre Paolo poteva continuare a frequentarli in completa armonia.

Julia mostrava orgogliosa le foto dei bambini assieme a Paolo e al compagno Riccardo, si auto elogiava per essere riuscita a tenere legati i due nuclei familiari, lo scriveva anche nei suoi libri.

Nel frattempo continuava a utilizzare i minori per campagne adv di prodotti vari, dagli alimentari all’ abbigliamento e a scrivere libri su libri per Mondadori sulla sua vita di mamma.

Insomma, Disperatamentemamma era un brand che si teneva in piedi unicamente grazie alla narrazione della mamma eroina che supera ogni difficoltà e raggiunge l’obiettivo della famiglia felice e allargata.

Poi il disvelamento: Paolo smaschera le bugie di Julia e i racconti falsi sulla paternità di Chris, poi la risposta gravissima di lei, ovvero le accuse di presunta violenza subita da parte di Paolo.

Una violenza di cui non aveva mai parlato e che sorprende, visto che proprio Julia ha sempre incluso Paolo tra i preziosi protagonisti della narrazione del faticoso raggiungimento di un equilibrio felice.  

Fatto sta che Paolo ha chiesto tramite i legali di poter frequentare i bambini, ma la prima risposta dei legali di Julia Elle è stata che Chris non è suo figlio e per Chloe deciderà un giudice.

Paolo tagliato fuori

Nel frattempo, un paio di settimane fa, Paolo si è recato a scuola della figlia per comprendere come mai non riceva da tempo comunicazioni e pagelle, e le (imbarazzate) maestre lo hanno informato del fatto che Julia Elle aveva chiesto di escluderlo da ogni comunicazione sulla figlia.

Quando Paolo ha chiesto il perché, le maestre hanno riferito che Julia aveva parlato della decisione di un tribunale in tal proposito. Decisione che non esiste, anche perché nessun tribunale si è mai espresso, al momento.

Costernate, le maestre si sono giustificate spiegando che in effetti non avevano mai visto alcun documento, ma si erano fidate delle parole della madre di Chloe.

L’avvocato di Julia Elle ha poi comunicato che al momento la bambina non può frequentarlo perché sarebbe arrabbiata  per le cose che il padre ha scritto sui social e i compagni l’avrebbero presa in giro a scuola.

Paolo ha chiesto a scuola di sapere se ciò fosse vero, ma le maestre hanno negato tutto, dicendo che la situazione tra Chloe e i compagni è molto serena.

Soldi e minori

Come già raccontato in un precedente articolo, in questo momento la battaglia legale riguarda anche le immagini dei minori e le sponsorizzazioni con i figli.

Julia Elle aveva fatto richiesta tramite avvocato di rimozione delle foto di Chris dalla bacheca Instagram di Paolo. Poche foto postate senza scopo di lucro, che raccontavano l’affetto di Paolo per il bambino.

Paolo, dal canto suo, tramite i suoi legali ha iniziato a richiedere la rimozione di tutte le sponsorizzazioni con la figlia Chloe ad aziende e brand che hanno utilizzato l’immagine della figlia senza mai chiedergli il consenso.

Consenso dato sempre e solo dalla madre, senza interpellare Paolo (per legge, l’immagine di un minore può esser diffusa solo previo consenso di entrambi i genitori).

Il marito di Julia ha già rimosso alcuni contenuti con la figlia di Paolo dalla sua pagina, aziende come Dolfin (per la pubblicità dei Polaretti) e Liu Jo hanno ricevuto la comunicazione sul mancato consenso e nel caso di Liu JO e Yamamay hanno già rimosso dei contenuti.

All’ennesima richiesta di poter vedere la figlia, lo studio Bernardini De Pace, improvvisamente subentrato nella vicenda, ha risposto che al momento Paolo non può frequentare la bambina perché per Chloe il padre è un estraneo e Julia Elle è scappata da lui per violenze subite.

Insomma, sui social e nei libri di Julia Elle Paolo Paone era così una brava persona da attribuirgli pubblicamente anche la paternità di un figlio non suo, ma quando lui smette di essere complice nelle bugie di Julia Elle,  improvvisamente diventa uno sconosciuto per i bambini e un picchiatore per la ex compagna.

Paolo Paone, nel frattempo, non smette di guardare i video girati con sua figlia, quelli in cui lei gli dice “Ti amo papà” (che ho visto) e spera ancora di poter vedere al più presto sia lei che Chris, anche perché si avvicina il Natale e l’idea di non poter dare un regalo ai bambini e abbracciarli sotto le feste lo sta addolorando profondamente.

“Sono andato a scuola per parlare con la maestra, Chloe era a fare la ricreazione con le amiche e mentre andavo via mi ha visto. E’ scappata dentro. Immaginavo che la madre le avesse detto qualcosa e sono andato verso la macchina senza fare nulla… le maestre mentre facevo manovra sono venute a dirmi che Chloe mi voleva vedere. Scendo dalla macchina, arrivo davanti Chloe, lei mi vede e fa “No!”. Scappa. La maestra poi mi chiama al telefono e mi dice che Chloe voleva vedermi ma la mamma le aveva detto “se viene papà scappa e chiamami”. Questa è la mia situazione. E non sta facendo male solo a me, sta facendo male soprattutto ai figli. Io ho chiesto l’intervento degli assistenti sociali», mi racconta Paolo Paone in lacrime.

Il vittimismo di Julia

Intanto Julia Elle ha scritto un lungo post lamentandosi degli insulti che riceve e dell’odio nei suoi confronti.

Certo, chi le augura il male e la insulta fa qualcosa di deprecabile, ma Julia Elle dovrebbe ricordare due cose: la prima è che il corto circuito l’ha innescato lei.

Lei ha esposto la sua vita e la situazione delicatissima di due minori con un passato complicato alla vasta platea che ha tenacemente cercato e coltivato.

E’ lei che ha illuso la sua platea di conoscere le pieghe più belle e anche quelle più scomode della sua vita, è lei che ha raccontato più volte ai suoi follower di essere troppo limpida e sincera. Salvo, invece, raccontare un cumulo di imperdonabili bugie.

E’ lei che ha spalancato la porta all’invasione, alla curiosità morbosa, allo sfruculiare. E quelle stesse persone che ieri avevano la convinzione di far parte della sua bella famiglia social oggi si sentono tradite come se Julia Elle fosse una parente, un’amica.

Con un livore spropositato in molti casi, certo, ma è spropositata anche l’esibizione dei suoi figli, della loro intimità. Julia Elle dovrebbe partire da sè, per individuare la causa del corto circuito.

La seconda cosa che Julia Elle dovrebbe ricordare è che sì, è vero come da lei sottolineato che tutta questa pressione potrebbe spingere qualcuno al suicidio.

L’odio genera spirali imprevedibili, per questo non bisognerebbe mai unirsi al branco, andare ad insultare sui social, lasciare commenti astiosi che si aggiungono ad altri commenti astiosi e diventano una valanga che travolge e uccide, anche solo psicologicamente.

Ci sono però altre cose che possono uccidere, danneggiare psicologicamente, provocare un’irreparabile sofferenza. Per esempio le eventuali false accuse di violenza, l’impedire a un padre di vedere i figli, il dire ai figli di scappare se vedono il padre, il raccontare al pubblico bugie sui figli, bugie che i figli un giorno leggeranno, bugie che leggono gli amici dei figli, i genitori degli amici dei figli e tantissimi, troppi sconosciuti.

Perché tutta questa storia non è solo #disperatamenteJulia. Esiste anche la disperazione di Paolo Paone. E chissà, forse anche quella di due bambini che sui social sembrano sereni mentre addobbano l’albero di Natale e la mamma balla, passando l’aspirapolvere di marca sul pavimento che brilla. Se poi quella felicità sia vera oltre i social, chissà.


Nel l’articolo Disperatamente mamma, come e andato a finire il caso di Julia Elle, pubblicato il 2 dicembre 2022, a firma di Selvaggia Lucarelli si dice che il signor Paone si sarebbe recato alla scuola di Chloe poiché non riceveva pagelle e comunicazioni relative alla figlia.

Si dice anche che la madre avrebbe detto alle maestre che esiste un provvedimento del tnbunale. Si dice, infine, che l’avvocato di Giulia Cutispoto (in arte Julia Elle) avrebbe scritto al signor Paone che la bambina «non può frequentarlo perché... arrabbiata per le cose che il padre ha scritto sui social: motivo di derisione da parte dei compagni».

Niente e vero. Infatti, il signor Paone, solo 11 16.11.22, ha chiesto alle maestre di Chloe via email di ricevere le comunicazioni riguardanti la bambina.

Prima di allora, il totale disinteresse paterno. Poi il 24.11.22, il signor Paone, senza appuntamento, si è recato alla scuola della figlia.

Le insegnanti, sorprese dall’arrivo del padre mai visto prima, hanno telefonato alla mamma per avere spiegazioni. Giulia ha detto alle maestre che è in corso il procedimento per la definizione delle questioni genitoriali e che il tribunale dovrà verificare l’idoneità paterna.

E’ dimostrabile, inoltre, che il padre - solo nel novembre 2022 - abbia "eseguito verifiche” e avrebbe scoperto quale scuola frequenta la bambina.

Questo è quello che ha scritto l’avvocato del padre (il 28.11.22): dunque il signor Faone si e disinteressato sempre della quotidianità e della crescita di Chloe, altrimenti, se non altro, avrebbe saputo quale fosse la scuola della figlia.

Le lettere dell’avvocato di Giulia precisano che sarà il tribunale a valutare i genitori e a decidere chi sarà l’affidatario e il collocatario; nell’attesa il padre dovrà evitare di perseguitare la madre, considerata l’inesistenza di alcuna familiarità con la figlia.

Le altre informazioni sono fantasie imbarazzanti della giornalista e, dunque, non risultano nelle lettere dell’avvocato.

Infine, non e vero che il padre non avrebbe dato il consenso per i video e le fotografie di Chloe pubblicate sui social. Il padre, infatti fino al 19 novembre 2021, e sempre stato d,accordo e lui stesso e stato o fotografo o video maker. Dopodiché non ha mai revocato il consenso, fino all’ottobre 2022.

In conclusione, Giulia respinge qualsivoglia riferimento delll’articolo all’idilliaco rapporto del signor Paone con Chloe (e con Chris), perché categoricamente inveritiero.

Giulia Cutispoto

Avv. Annamaria Bernardini De Bace

Gentile avvocato, intanto la pregherei di non etichettare come “ossessioni” il normale lavoro di inchiesta di una giornalista.

Riguardo invece le vostre repliche, sottolineo che ho più volte chiesto alla sua assistita di poter avere la sua versione dei fatti, ma si è rifiutata.

Venendo alla sostanza della lettera invece, mi preme sottolineare che quello che lei chiama “disinteresse paterno” fino al novembre 2022 è, secondo Paone, frutto di un preciso disegno della sua assistita di tagliarlo fuori gradualmente dalla vita della figlia, cosa che nei fatti sta avvenendo, visto che gli è impedito di vederla da un mese e mezzo.

Inoltre, il fatto che nell’ultimo anno e mezzo soprattutto la madre si occupasse di comunicare con la scuola e riferisse poi a Paolo i risultati per esempio delle pagelle (pagelle che Paone aveva anche pubblicato sulla sua pagina Instagram), spiega ancor meglio perché Paone ha cercato di avere contatti diretti con la scuola quando sono state interrotte le frequentazioni con la figlia. Salvo poi scoprire che la sua assistita aveva riferito alle maestre di un falso provvedimento del giudice.

Che poi Paone non sapesse quale scuola frequentasse la figlia risulta risulta bizzarro, visto che ha videoregistrato anche molte recite scolastiche ed è per esempio andato alla festa delle lanterne assieme alla sua assistita e suo marito nonché alla recita di fine anno (anche quella registrato).

Infine, Paone ha girato video per poche campagne e non certo per gli innumerevoli adv a cui ha partecipato la bambina e per i quali non ha mai firmato consensi, tanto che numerose aziende, a seguito di diffide, hanno già rimosso spot e foto.

Si ricorda, infine, che l’immagine di Paolo Paone come padre in buona armonia con il nuovo nucleo familiare della sua assistita, è sempre stato raccontato sui social e nei libri proprio dalla sua assistita. La quale, anzi, doveva necessariamente stimarlo molto, visto che gli ha perfino attribuito pubblicamente un paternità non sua.

Sottolineo comunque che ogni passaggio riferito è stato da me raccontato e verificato con prove documentali e video, sempre nel rispetto della dignità dei minori coinvolti.

Grazie.

Selvaggia Lucarelli

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