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Draghi non può fare un «whatever it takes» anche per le infrastrutture

LaPresse
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  • La Torino-Lione è stata una delle motivazioni della rottura tra Italia viva e il M5s. Si tratta dell’unica grande opera sulla quale si registra un disaccordo tra le forze politiche, per tutte le altre il consenso è pressoché unanime.
  • Il debito per infrastrutture non è sempre “buono”, occorre valutare caso per caso: per esempio, la Gronda di Genova, al contrario, pur essendo un progetto sovradimensionato rispetto alle reali necessità, è socialmente auspicabile grazie alla riduzione della congestione stradale.
  • La disponibilità di finanziamenti europei rischia di contribuire al via libera a progetti con basso rendimento sociale.

Nel cahiers de doléances renziano tra i temi che hanno portato al fallimento delle trattative per la formazione di un esecutivo Conte III si menziona l’alta velocità. Sembra essersi ripetuto il copione già visto nell’estate del 2019 quando sulla Tav si consumò la rottura tra Lega e M5s. È peraltro curioso che lo scontro abbia come oggetto un’unica infrastruttura. Per tutte le altre linee c’è infatti un consenso trasversale e gli stessi grillini sono tra i più ferventi sostenitori degli invest

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