Il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, come si aspettavano le regioni, si sta muovendo sul nuovo Dpcm con le restrizioni, ipotesi che ha vinto su quella di un decreto legge. Di pari passo anche sui sottosegretari e il ministero della transizione ecologica: l’intenzione è chiudere su tutto entro il fine settimana e questa mattina si è svolto un preconsiglio.

Le restrizioni Covid

Ieri il presidente del Consiglio ha convocato un vertice di governo e il Comitato tecnico scientifico, e alle 10 di questa mattina è stato convocato il pre consiglio dei ministri. Nel primissimo pomeriggio, invece, il ministro della Salute Roberto Speranza ha relazionato alla Camera e al Senato sull’andamento della pandemia, parlando di un Dpcm che sarà in vigore «dal 6 marzo al 6 aprile», dunque Pasqua compresa. Sul tavolo le zone e le riaperture, soprattutto di cinema e teatri, e ristoranti dopo le 18. 

Ieri sera, il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, entrando a Palazzo Chigi ha detto: «Ascolteremo il presidente Draghi che ci ha convocato. Diremo che serve la linea della prudenza, questo sì». Stefano Bonaccini, dopo la lettera inviata dalla conferenza delle regioni al governo, ieri aveva chiesto a gran voce le riaperture trovandosi d’accordo con Matteo Salvini: «Una richiesta di buonsenso». Il giorno dopo ridimensiona: «Io non ho detto che si possa riaprire, ma che bisogna mettersi a sedere con gli esperti e valutare se la curva fa paura ed eventualmente anche restringere i protocolli di sicurezza per dare un po’ di ossigeno a quelle categorie di imprenditori e lavoratori che ne hanno bisogno», ha detto a Mattino Cinque, sulle reti Mediaset.

La transizione ecologica

Va avanti intanto il dossier del ministero della Transizione ecologica. Nel primo consiglio dei ministri Draghi aveva detto ai membri dell’esecutivo che ci sarebbero voluti dieci giorni per capire come suddividere le competenze. Nell’ultima bozza di decreto legge, che Domani ha potuto visionare, l’ipotesi è spostare tutte le competenze relative alle fonti energetiche rinnovabili, l’efficienza energetica e alla mobilità sostenibile al Mite e, a sorpresa, anche sicurezza, competitività e mercato togliendole al ministero dello Sviluppo economico, mentre fino allo schema che circolava ieri avrebbero dovuto restare appannaggio del ministro Giancarlo Giorgetti. Manca ancora l’elenco dettagliato delle direzioni che saranno effettivamente traslate.

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