Ritira la candidatura a sindaco di Roma Federico Lobuono, fondatore della «giovane Roma», giovanissimo renziano deluso che aveva messo in piedi una squadra di venticinquenni e sognava di avere alcuni infuencer in giunta. «Le prossime elezioni sono uno spartiacque, chiunque le vincerà avrà davanti due strade: provare a risollevare Roma, cercando di farla uscire dal baratro, oppure farla morire definitivamente, strozzata dal debito e dalla mala-gestione. Le prossime sfide che Roma dovrà affrontare saranno emblematiche: come si spenderanno i soldi del Recovery? Per questo deciso di fare un passo indietro e di sostenere Roberto Gualtieri. Perché per rilanciare la Capitale d'Italia bisogna costruire un percorso sinergico, plurale, ambientalista, imprevedibile, femminista, giovane, giovanile, ma soprattutto di sinistra».

Lobuono lo annuncerà fra poco durante la presentazione del suo libro Un alieno a Roma, dove arriveranno Alessandro Cecchi Paone, suo amico e sostenitore, e le giornaliste Barbara Palombelli e Francesca Fagnani. Ci sarà anche Roberto Gualtieri, che raccoglierà dunque il voto di Lobuono e dei suoi amici. 

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Alla fine ha capito che Gualtieri sarebbe stato un miglior sindaco di lei?

 Non c’entra questo, sarebbe una motivazione politica banale e per fare una scelta del genere abbiamo messo da parte le prese di posizione scontate. Ci ho parlato, ci siamo confrontati. Mi ha colpito la sua visione: parla di come ripensare Roma da qui al 2050. È una persona competente e che sa ascoltare. E l’ascolto, come anche le scelte e i tempi politici in cui queste si fanno, in politica sono e valgono tutto.

Quindi alla fine appoggia il centrosinistra?
Non possiamo correre il rischio di lasciare Roma in mano alle destre, oggi pericolose più che mai, né tantomeno nuovamente alla Raggi. Le ricette delle destre, perché non credo abbiano ancora un programma, non mi piacciono e fanno paura. Sgomberi, sfratti, un utilizzo sbagliato della parola sicurezza, la demonizzazione dei giovani, le declinazioni forzate degli uomini forti e duri al comando. La Giovane Roma ha la possibilità di costruire un programma vero al fianco di Gualtieri, forte e  rivoluzionario. E Gualtieri ci ha invitati a dare il nostro contributo. 

Ci dica le sue proposte rivoluzionarie.

Mettere al centro dell’agenda politica la questione generazionale è una scelta rivoluzionaria. Citando Gramsci: il tema centrale è quello dell’egemonia, ossia del perché le classi dominanti sono tali e della possibilità di portare al comando quelle subalterne. Bene, la nostra piccola rivoluzione è questa. Portare i giovani dove si decide. Tra le proposte, istituire il consiglio capitolino dei giovani, all’interno del quale tutti i rappresentanti d’istituto delle scuole romane ogni mese incontrano il sindaco. Per rilanciare la cultura a Roma, i teatri e cinema siano gratis per under 25 e over 60. Poi abbiamo idee sulla movida, sullo sport, sul verde, su Roma Capitale europea e città universitaria. 

Farete comunque una lista?
Sì, a sostegno della candidatura di Gualtieri cercando di coinvolgere tutte le realtà giovanili, e non. Mi candiderò al consiglio comunale, girando la città per intercettare il voto della mia generazione. I giovani saranno centrali in questa sfida, ancora di più dopo che per anno ci hanno deriso perché secondo loro - quelli che detengono il potere -  a vent’anni dovremmo stare solo chini sui libri, giocare ai videogiochi ed evitare di metterci in gioco per la città. Ma quello che in molti non riescono a capire è che questo futuro, che ormai è un deserto, appartiene a noi. Vogliamo riuscire a riportare i giovani al voto.

Perché a presentare il suo libro al Floating Theater all’Eur ci sono i vip della tv? 
Alessandro Cecchi Paone è un amico e un grandissimo consigliere. Il mio libro “Un Alieno a Roma” che uscirà il 20 luglio con una sua bellissima prefazione e la post fazione di Goffredo Bettini amico e maestro che in tutti questi mesi mi ha sostenuto nel portare a termine questo lavoro. Racconta la storia di un alieno mandato sulla terra per analizzare le cause del fallimento della sinistra in italia e più in particolare per cercare di capire in quale momento la sinistra si è allontanata dalle persone e nella fattispecie dalle giovani generazioni. Sì, io sono di sinistra, anche se spesso mi sento distante da chi si professa come tale.

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