Nel Pd la partita le europee non è iniziata benissimo. Lo si capisce dal rumoroso silenzio provocato dall’annuncio della segretaria della prima testa di lista della circoscrizione Sud: la giornalista Lucia Annunziata. E, come secondo, il sindaco di Bari Antonio Decaro.

Alla minoranza riformista sono saltati i nervi, non certo per la coppia di nomi ma perché l’annuncio è stato dato in tv martedì sera, a poche ore dalla conclusione di una infuocata riunione di segreteria in cui la maggioranza che ha sostenuto Elly Schlein si è ritrovata divisa, con l’ala sinistra di Peppe Provenzano e Marco Sarracino che chiedeva alla segretaria di scegliere «se candidarsi da capolista o candidare un’esponente della società civile».

Lo schema del «panino» (donna civica – dirigente di partito – segretaria) rischia di non far eleggere altre donne. Stesso ragionamento da parte dei riformisti, che a differenza della sinistra maltollerano anche le ventilate cinque capolista civiche perché «significa dire che il Pd non ha classe dirigente».

La riunione era stata chiusa con un «continuiamo a discutere» chiesto da Debora Serracchiani e apparentemente accettato dalla segretaria. E invece poi su La7 la segretaria ha rivelato la prima doppietta Annunziata-Decaro, come rispondendo a una sua road map della comunicazione.

I dubbi di Picierno

Fra i silenzi da annoverare c’è quello di Pina Picierno, vicepresidente dell’Europarlamento, che si vede teoricamente scivolare in quinta posizione, proprio in quella lista della circoscrizione Sud.

Da Bruxelles filtra «amarezza» per una scelta ritenuta «ingiustificata» per alcuni motivi: per la scarsa considerazione delle battaglie femministe combattute dalla deputata (l’ultima, quella contro la cancellazione dello stupro dalla direttiva contro la violenza), per il ruolo istituzionale ricoperto dopo la scomparsa di David Sassoli, per l’intransigente sostegno all’Ucraina.

Quest’ultima questione viene messa in combinato disposto con alcune candidature pacifiste, come Cecilia Strada nel Nord ovest e Marco Tarquinio al Centro. Due civici con forte peso politico, che di fatto spostano la linea del Pd. Secondo chi ci ha parlato le prossime ore saranno decisive. E se le fratture non si sanano, saranno ore di riflessione.

Non c’è molto tempo, entro il 15 aprile la direzione del Pd deve approvare tutto il pacchetto: il 21 e il 22 c’è il voto in Basilicata, ed è consigliabile non sovrapporre la discussione sulle liste al temibile risultato lucano.

Oggi i segretari regionali

Ma i giochi sono ancora aperti o la segretaria va avanti senza ascoltare nessuno con il suo schema a «panino»? Schlein in segreteria ha detto che prendeva atto delle «formule diverse» che le venivano proposte e che ci avrebbe ragionato sopra.

Intanto però oggi alle 15 e 30 al Nazareno è convocata la riunione dei segretari regionali, quelli che materialmente dovranno compilare le liste. E portare voti. E la segretaria deve aver già chiuso il ragionamento sulle teste di lista, compreso il suo ruolo nella corsa. Perché di fatto oggi lei, o meglio la coppia Igor Taruffi e Davide Baruffi, responsabili di organizzazione e enti locali, comunicherà ai “territori” i nomi che arrivano dal Nazareno, cioè dal Pd nazionale.

Il match con Bonaccini

In giornata Schlein potrebbe incontrare Stefano Bonaccini, che in questi giorni era fuori dall’Europa (e mentre la segreteria discuteva volava dalla Corea all’Italia) e oggi invece è a Roma per un impegno istituzionale. Il caso del presidente del partito è quello più urticante per la minoranza riformista.

Bonaccini allo stato sarebbe candidato secondo nel Nord est, dopo Annalisa Corrado, l’ingegnera responsabile ambiente del Pd, anche se dai più percepita come una «civica». Ma per la minoranza il presidente può essere secondo solo alla segretaria: qualsiasi altra cosa suonerebbe come un gesto di arroganza contro l’unità del partito.

C’è chi suggerisce che Schlein potrebbe accettare di far correre da capolista Bonaccini in cambio del via libera al nome del pacifista Tarquinio da capolista alla circoscrizione Centro. Ma non è credibile, ormai nel Pd quest’ultima possibilità appare impraticabile.

L’ultima ipotesi della testa di lista della circoscrizione Centro è: la scrittrice Chiara Valerio, l’ex segretario Nicola Zingaretti, la segretaria Schlein. Anche qui lo schema «panino» rischia di penalizzare il voto per altre donne.

La sinistra comunque accoglie Annunziata a braccia aperte. «La competenza, l’esperienza, la determinazione di cui abbiamo bisogno per costruire l’alternativa alle destra in Italia e in Europa. Saremo al suo fianco in questa battaglia», twitta Marco Sarracino, responsabile del Sud.

Più sfumato il giudizio di Piero De Luca, coordinatore della corrente di Bonaccini, Energia popolare, che pure di Annunziata è un’estimatore. De Luca ha spiegato che la riunione di segreteria di martedì scorso «è stato un punto di partenza, confronto va avanti».

Ed è vero che «sono emerse le candidature di figure di grande spessore e qualità, come Annunziata e Decaro» ma è anche vero che «siamo al lavoro per poter costruire il quadro più competitivo e rappresentativo del paese, che valorizzi anche le grandi risorse ed energie che abbiamo dentro il Pd, figure di qualità e spessore che possiamo mettere a disposizione del partito», conclusione: «Auspichiamo che ci sia un quadro equilibrato».

Tradotto, le liste così non vanno, bene Annunziata e le altre capolista civiche, ma l’accordo non c’è ancora, perché nel Nord est Bonaccini deve essere capolista. E serve spazio anche per altre donne di partito.

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