Il governo Meloni ci mette i soldi contro il disagio abitativo per arginare l’emergenza casa. Ma solo a partire dal 2027. Nel frattempo, chi non riesce a pagare l’affitto si deve arrangiare. Almeno per 3 anni. Nell’ultimo emendamento alla manovra, presentato al Senato e dedicato come previsto al capitolo infrastrutture, c’è infatti l’istituzione di un apposito fondo contro il disagio abitativo, con una dotazione complessiva di 100 milioni di euro. Solo che, appunto, le risorse sono spalmate sul biennio 2027/2028, a lunghissimo raggio. 

Soldi alle opere

Al contrario, invece, sono stati reperiti fin da subito i 15 milioni e mezzo di euro «per la realizzazione degli interventi di primo adeguamento del viadotto Sente-Longo», tra Chieti e Isernia. Così come a disposizione, già dal 2024, i 19 milioni e mezzo di euro per la «realizzazione del progetto integrato di potenziamento e di sviluppo del porto di Civitavecchia e delle relative infrastrutture di viabilità per l’interconnessione con il territorio». Senza dimenticare gli investimenti previsti per i lavori del Ponte sullo Stretto, diventati una bandiera di Salvini. L’emendamento dell’esecutivo è stato limato proprio interno alla grande opera promessa dal vicepremier.

Piano casa assente

Sull’emergenza abitativa c’è solo una lista di buone intenzioni. Il ministero guidato da Matteo Salvini garantisce la definizione, entro aprile (centoventi giorni dall’approvazione della legge), delle «linee guida per la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica», che tra le altre cose prevede il «contrasto al disagio abitativo attraverso azioni di recupero del patrimonio immobiliare esistente e di riconversione di edifici aventi altra destinazione pubblica» e la «destinazione ad obiettivi di edilizia residenziale pubblica delle unità immobiliari di edilizia privata rimaste invendute».

L’emendamento alla Legge di bilancio include la possibilità di realizzare «progetti di edilizia residenziale pubblica tramite operazioni di partenariato pubblico-privato». Il piano casa sbandierato da Salvini appena pochi mesi fa resta così un progetto fumoso, una serie di prove ed errori per capire quale direzione prendere.

L’operazione nella manovra non risponde alla richiesta di rifinanziare il fondo contro la morosità incolpevole, che il governo ha azzerato già nell’ultima legge di Bilancio. Le opposizioni hanno chiesto più volte a Salvini di reperire le risorse necessarie, ottenendo risposte ondivaghe: prima c’era stata la promessa di un piano casa contro iniziative di breve respiro. Poi, messo sotto pressione, il leader leghista aveva garantito l’impegno di individuare un possibile stanziamento nella finanziaria. Il testo in esame dice tutt’altro.

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