«Ripeti una bugia 1000 volte e alla fine diventerà realtà».  Assieme a «quando sento parlare di cultura metto mano alla pistola» è una delle frasi più citate di Joseph Goebbles, ministro dell’istruzione e la propaganda del Terzo reich, che nelle tecniche di manipolazione dell’opinione pubblica aveva avuto modo di maturare una lunga esperienza. Ma forse Goebbels non era arrivato a pensare che, alla fine, potessero essere gli stessi avversari a ripeterla e sostenerla.

Una delle argomentazioni retoriche sovente usata dai rappresentanti della presente maggioranza di destra-centro e dai suoi sostenitori nei confronti delle opposizioni è: «Perché non l’avete fatto voi nei dieci anni in cui avete governato?».

Qualcuno potrebbe dire che si tratta della vecchia tecnica di buttare la palla in tribuna, cioè non rispondere e parlare d’altro ma è invece una affermazione dal punto di vista retorico e argomentativo molto più elaborata ed efficace di quanto non sembri a prima vista. Infatti, mentre svia l’accusa che viene rivolta non entrando nel merito, al contempo attacca e delegittima l’avversario. Da un lato sposta l’oggetto dal un piano fattuale e concreto, le cose che il governo non fa o non vuole» fare, dall’altro dà per assodata e riconosciuta una opposizione incapace e buona solo a parlare.

Il confronto politico è anche uno scontro di frame, termine importato dal linguaggio scientifico, nel quale significa un insieme organizzato di elementi, una sequenza, in sociolinguistica per intendere invece la cornice, il contesto che le parole richiamano e a cui fanno riferimento e che determinano il loro senso e significato.

L’ambiguità

Giancarlo Fini, ai tempi ministro degli Esteri, visita il museo sull'olocausto a Gerusalemme. La foto è del 2005 (AP Photo/Baz Ratner, FILE)

La teoria del framing elaborata da Erving Goffman è stata poi applicata nel campo della comunicazione politica da George Lakoff, che scrive: «Quando parlate con i vostri avversari non usate mai il loro linguaggio. Quel linguaggio evoca un frame – e non sarà certo quello che serve a voi». Quanto Meloni abbia studiato Lakoff non è dato saperlo, ma il fatto che non usi mai parole come “antifascismo”, “partigiani”, “lotta di liberazione” dimostra che ha ben chiaro che le parole veicolano costruzioni del mondo e rappresentazioni della realtà.

Una volta affermato il dominio del frame «opposizione parolaia e inconcludente, si sono poste le basi argomentative per procedere nell’azione di trasfigurazione della realtà, con affermazioni non solo discutibili “perché non lo avete fatto voi?», ma palesemente false.

Alla prima tesi segue una ricostruzione storica che, grazie a una ambiguità non certo casuale, sostiene che negli ultimi 10 anni l’Italia sia stata governata da governi di centro-sinistra o addirittura di sinistra. Vero è dire che nei dieci anni passati esponenti e partiti di centro-sinistra sono stati costantemente al governo, falso è affermare che in Italia negli ultimi dieci anni si siano succeduti governi di centro-sinistra o di sinistra.

Dalla caduta del terzo governo Berlusconi, il 16 novembre 2011, all’insediamento del governo di Giorgia Meloni, il 22 ottobre del 2022 sono passati 10 anni, 3993 giorni, nel corso dei quali si sono avvicendati 8 presidenti del consiglio e 9 governi. Il primo è stato il governo tecnico guidato da Mario Monti, sostenuto con la formula dell’appoggio esterno da una pluralità di partiti di centrosinistra - Partito Democratico e Api Alleanza per l’Italia -, di centro - Unione dei Democratici Cristiani di centrodestra -, di centrodestra -  Popolo delle Liberta, Partito Liberale -,  e di destra – Futuro e libertà - fondato da Gianfranco Fini. Non proprio un governo di sinistra o centrosinistra dunque.

I giorni

Dopo 529 giorni, pari ad 1 anno, 5 mesi e 12 giorni, segue il governo guidato da Enrico Letta, sostenuto da una grande coalizione a cui partecipano Partito Democratico, Popolo della Libertà, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica, Unione dei democratici Cristiani, Popolari per l’Italia, Radicali Italiani, con l’appoggio esterno di una pluralità di partiti minori di varia collocazione politica. Il governo Letta del quale il vicepresidente del consiglio è Angelino Alfano fondatore del Nuovo Centro Destra presentatosi alle elezioni coalizzato con il Popolo della Libertà, resta in carica 300 giorni.

Il 22 febbraio 2014 si insedia il governo Renzi e la sua maggioranza è composta da Partito Democratico, Nuovo Centrodestra, Unione dei Democratici Cristiani, Scelta Civica, Partito Socialista Italiano, Demos. Il Nuovo Centrodestra è rappresentato da Angelino Alfano ministro dell’Interno, Maurizio Lupi Ministro delle Infrastrutture, Enrico Costa ministro degli Affari regionali e autonomie. Il governo Renzi è il più longevo di quelli del periodo considerato e resta in carica 2 anni e 9 mesi, ovvero 1024 giorni.

Il post referendum

In seguito alla sconfitta al referendum istituzionale del 2016, il 12 dicembre 2016 a Renzi succede il governo Gentiloni sostenuto da Partito Democratico, Alternativa popolare, Centristi per l’Europa, Partito Socialista Italiano, Civici Innovatori, Demos e l’appoggio esterno di varie formazioni dall’Union Valdotaine all’Italia dei valori. E’ la prima maggioranza fra quelle viste sino ad ora non sostenuta anche da partiti di centro-destra o destra, che resta in carica per 536 giorni, sino al 1 giugno 2018.

Dopo le elezioni politiche del 2018 che segnano il grande successo del Movimento Cinquestelle e il sorpasso della Lega su Forza Italia, si insedia il 1 governo Conte sostenuto da una inedita maggioranza gialloverde composta da Movimento Cinquestelle, Lega Salvini Premier, Movimento Associativo Italiani all’Estero.  In seguito ad una mozione di sfiducia presentata dalla Lega, dopo 461 giorni Giuseppe Conte rimette il mandato e il 5 settembre 2019 nasce il Conte 2. Lo sostiene una maggioranza giallorossa, composta da Movimento Cinquestelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali, Italia Viva, Movimento Associativo Italiani all’Estero. Con l’incognita della collocazione politica dell’M5S, reduce dall’alleanza con la Lega, è l’esecutivo più a sinistra del periodo che dura in carica 527 giorni.

Quasi identica, 529 giorni,  la durata dell’esecutivo di solidarietà nazionale guidato da Mario Draghi che segue, restando in carica dal 13 febbraio 2021 al 21 luglio 2022 sorretto da Lega Salvini Premier, Movimento Cinquestelle, Azione, Forza Italia, Partito Democratico, Insieme per il futuro, Italia Viva, Articolo Uno, +Europa, Noi con l’Italia, Centro Democratico. Di fatto tutti i partiti ad esclusione di Fratelli d’Italia.

La verità

Ordunque, calcolatrice alla mano, al netto dei giorni di consultazioni o con governi dimissionari, dei 3906 giorni trascorsi fra il 16 novembre del 2011 e il 22 ottobre del 2023, quelli sorretti da una maggioranza di centro-sinistra sono stati il 13 per cento, cioè i 536 giorni del governo Gentiloni. Allargando il calcolo al Movimento Cinquestelle, che solo recentemente si è collocato a sinistra, e considerando dunque anche i 527 giorni del  Conte 2, si arriva a un totale di 1063 giorni. Cioè un quarto (27 per cento) dell’intero periodo.

Nei restanti 2843 giorni, cioè il 63 per cento del periodo, uno o più partiti di destra o di centro-destra hanno fatto parte dell’esecutivo. Detto in maniera esplicita, sono stati al governo.

Coerentemente con la loro collocazione politica i partiti e gli esponenti dei partiti di centro-destra e di destra hanno condizionato il programma dei governi ai quali partecipavano esercitando in molti casi potere di veto nei confronti dei provvedimenti non condivisi. Il caso forse più eclatante riguarda il tema dei diritti civili, ma ve ne sono molti altri quali ad esempio l’opposizione di Salvini all’introduzione di un tetto all’uso del contante ipotizzata dal governo Monti. E questa potrebbe già essere una buona argomentazione alla domanda «perché non lo avete fatto voi quando eravate al governo?».

Inoltre la prossima volta che un esponente della maggioranza o uno dei molti opinionisti da talk-show parla come di un dato storico oggettivo di 10 anni di governi di sinistra qualcuno potrebbe per favore, anziché replicare in modo imbarazzato, smentire questa favola?

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