- Lollobrigida, Urso, Ciriani, Mantovano, ecco perché la presidente alla fine ha dovuto arruola la sua «guardia». L’unica novità apprezzabile è una donna a Palazzo Chigi. Anche se la prima premier italiana si farà chiamare al maschile come tutti i suoi predecessori (maschi).
- Non era pronta. E gli alleati ci hanno scommesso. Si capisce perché ha arruolato i suoi più stretti: sa che l’affidabilità è moneta fuori corso nella sua alleanza.
- Al Quirinale i dicasteri sono stati attribuiti con i loro nomi tradizionali, per ufficializzare la neolingua nazionalista bisognerà aspettare i decreti.
Una delle novità dell’ultima ora, nella lista dei ministri, è la nomina ai rapporti con il parlamento del fedelissimo Luca Ciriani. Per quel posto il totoministri ha dato fino all’ultimo il «moderato» ed ex dc Maurizio Lupi, uno con un curriculum politico radicalmente diverso da quello dell’ex missino friulano. È vero che Lupi è il leader di una piccola forza politica miracolata dall’uninominale e neanche arrivata all’uno per cento; ed è vero che non era mai stato “chiamato” da Giorgia Meloni,



