È sempre stato la star dei festival, ma adesso potrebbe diventarne anche il conduttore. Sarebbe Rosario Fiorello il nome a cui sta pensando il centrodestra per mettere un punto alla gestione troppo “di sinistra” di Sanremo di Amadeus.

L’ultima edizione aveva indispettito in particolar modo la Lega, ma anche Fratelli d’Italia aveva polemizzato sull’intervento del rapper Fedez, che aveva chiamato in causa il viceministro Galeazzo Bignami. Adesso – dopo aver occupato pressoché tutte le caselle importanti del servizio pubblico con uomini di fiducia – il centrodestra è pronto a chiedere il conto a tutta la macchina organizzativa del festival.

Il rinnovamento ha già fatto la sua prima vittima: Stefano Coletta, direttore del prime time e quindi primo responsabile di quel che accade sul palco dell’Ariston, ha dovuto fare le valigie e trasferirsi alla distribuzione.

Le carte di Fiorello

E così, il quinto festival di Amadeus potrebbe diventare il primo di Fiorello. L’interesse della politica sarebbe ricambiato dal conduttore, dice chi ha familiarità con la questione a Domani, e non sarebbe dunque casuale la provocazione che lo show man siciliano ha lanciato nella puntata del suo Viva Rai2! venerdì scorso. «Amadeus continua a seguirci imperterrito e indefesso. L’ho sentito ieri. Mi ha detto una cosa: non so se quest’anno farò Sanremo. La butto lì. Mi ha detto: non lo dire, ma forse ho intenzione di non farlo. Non lo so. Oh, mi ha detto così. Lo so che è una bombetta, ma a me piace dire le cose perché la gente deve sapere» aveva detto in quell’occasione.

Immediata la reazione della Rai, che ha fatto sapere che si sta «lavorando tranquillamente alla prossima edizione». In realtà, il lavoro vero per l’organizzazione del festival comincia dopo l’estate, quindi volendo c’è ancora tutto il tempo per intervenire sulla conduzione. Fiorello è gradito a tutto il centrodestra, ma non ha bisogno di interlocutori aziendali: il suo legame diretto con Giorgia Meloni – che è stata babysitter di sua figlia – è saldo, tanto che a Viva Rai2! è già intervenuta una “imitatrice” della premier che assomigliava all’originale in maniera quasi sospetta. Sembra dunque sempre più possibile che le parole che Amadeus pronunciava amareggiato alla fine della scorsa edizione si avverino. Il conduttore di Affari tuoi allora aveva promesso: «Se il mio mandato dovesse finire qui faccio le valigie».

Qualora la sostituzione non dovesse andare in porto, dal centrodestra danno comunque per certo un alleggerimento del formato del festival, che potrebbe essere infarcito di ampi spazi dedicati a Fiorello.

Le alternative ad Amadeus non mancano, sostiene chi si sta occupando del festival, ma la ricerca è vincolata al mantenimento degli asset pubblicitari, che non sarebbe chiaramente in discussione nel caso in cui fosse scelto Fiorello.

Il futuro di Raitre

Il tema degli inserzionisti è importantissimo anche per quanto riguarda la domenica di Raitre, una delle priorità assolute per i nuovi vertici dell’azienda dopo che Lucia Annunziata e Fabio Fazio hanno lasciato la rete in polemica. Il vuoto non è facile da colmare, visto anche lo share che garantivano Mezz’ora in più e Che tempo che fa.

Chiunque lo andrà a riempire dovrà fare i conti anche con la concorrenza. È soprattutto la fascia pomeridiana a creare preoccupazioni a viale Mazzini: per la successione di Annunziata ormai è data per favorita Monica Maggioni, che però per qualcuno corre il rischio di essere schiacciata da due pezzi da novanta come Mara Venier su Raiuno e Silvia Toffanin su Canale5. Una volta venuta meno la possibilità di spostare Report alla domenica, però, anche il palinsesto serale rischia di diventare un problema rilevante. Mentre alla destra mancano i nuovi volti a cui affidare le trasmissioni Rai, continua poi l’esodo di chi a via Teulada e Saxa Rubra lavorava già: i prossimi a rivolgersi altrove saranno Massimo Gramellini e Corrado Augias, ma anche Marco Damilano starebbe cercando altre soluzioni.

Dall’opposizione c’è invece attesa per l’intervento del direttore di Rainews Paolo Petrecca in commissione di Vigilanza Rai dopo la sua decisione di mandare in onda in versione integrale il comizio di chiusura di campagna elettorale di Giorgia Meloni da Catania. Si punta sull’effetto mediatico, anche perché oltre al caso politico il raggio d’azione della Vigilanza è piuttosto contenuto. Una volta messo a confronto il minutaggio delle forze politiche, infatti, la questione passa in mano all’Agcom, che può arrivare a comminare sanzioni economiche, ma è quantomeno improbabile che i nuovi vertici Rai vogliano punire i sottoposti, soprattutto un fedelissimo della prima ora come Petrecca.

E poi, l’autorità è in tutt’altre faccende affaccendata: per la prossima riunione di consiglio è prevista la decisione definitiva sull’ultima edizione di Sanremo. Nello specifico, l’ultimo festival di Coletta rischia di essere multato per pubblicità occulta e per il caso Blanco. L’arrembaggio della destra al teatro Ariston è appena cominciato.

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