Per la presidenza del casinò di Venezia, l’amministrazione comunale guidata da Luigi Brugnaro ha scelto il leghista Gianluca Forcolin, vice presidente del Veneto finché non è emerso che in piena pandemia ha fatto richiesta per il bonus Covid per le partite Iva in difficoltà. A fine 2020, prima delle elezioni aveva perciò deciso di dimettersi. Sul suo profilo Facebook oggi si dice «onorato» di questa nuova nomina al fianco dell’esponente di Coraggio Italia, il partito di Giovanni Toti. «Un piede in Lega accanto a Zaia e insieme uno sguardo a Brugnaro» ha scritto oggi il Gazzettino.

Le dimissioni

Ad agosto dell’anno scorso la Lega ha confermato che due consiglieri regionali della Lega e il vicepresidente della giunta del Veneto avevano richiesto il bonus autonomi all'Inps. Si trattava dei consiglieri Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli e del vice presidente della giunta Forcolin. Due giorni dopo, Forcolin ha scelto di fare un passo indietro: «Ho deciso di dare le mie dimissioni da vicepresidente, assessore e consigliere regionale per il rispetto che ho nei confronti dei veneti che mi onoro di rappresentare».

Mentre si approssimavano le elezioni, il vice presidente ha deciso di non ricandidarsi alla carica di consigliere: «Perché credo sia giusto che in campagna elettorale si torni a parlare della straordinaria legislatura che sta terminando e non del sottoscritto» aveva detto Forcolin, in una nota. «A testa alta e con la schiena dritta - aggiungeva - ho preso questa decisione, nonostante non abbia percepito nessun bonus e la richiesta mai perfezionata sia partita di default dallo studio».

Il vice presidente e assessore al bilancio della passata giunta, stimatissimo dal presidente Luca Zaia («Zaia mi ha parlato a quattr'occhi: Sei uno della squadra, il miglior assessore al Bilancio che abbia mai avuto»), a quanto riferito da lui stesso non si era accorto che ad aprile dell’anno scorso il suo studio di commercialista aveva fatto richiesta per i 600 euro dell’Inps: «Innocente, in base a prove schiaccianti. La richiesta del codice Pin è stata fatta dal mio studio in automatico per tutti, clienti e soci, nella confusione di aprile». La richiesta, ha concluso, non sarebbe poi stata integrata dalla documentazione ed è così decaduta.

Il limbo politico

Da allora Forcolin, ex sindaco di Musile e parlamentare, ha continuato a postare foto sul suo profilo Facebook a eventi pubblici rimanendo in un limbo politico. Una volta inaugura ristoranti, l’altra sostiene i ragazzi appassionati di mini moto. Intervallando i post istituzionali a fotomontaggi con la sua figura e immagini significative di sfondo con messaggi allegati: «Buon inizio settimana Veneti (sempre maiuscolo, ndr). Mi piacciono le persone autentiche e spontanee. Quelle che non fanno mai nulla per calcolo. Ma tutto col cuore». Ufficialmente è tornato a essere un commercialista a tempo pieno.

La prima a fare lo strappo definitivo è stata invece la compagna, Francesca Simiele. Simiele deteneva le deleghe al sociale ma ad agosto del 2021 ha deciso di lasciare la giunta della sindaca Silvia Susanna a Musile e il partito. Il governatore Zaia, andato a fare campagna elettorale, ha commentato: «Sono qui a rappresentare la Lega e la Lega sostiene Silvia Susanna, punto e basta».

Pochi giorni dopo è arrivata la notizia della nomina al casinò di Venezia, sotto l’ala di Brugnaro. La stampa locale quest’estate lo dava in avvicinamento a Fratelli d’Italia o a Coraggio Italia, il partito di Toti e del sindaco imprenditore. A innescare il totopartito un post: «Non ridere perché sono caduto...».

Dopo la nomina risponde a Domani: «Non ho lasciato la Lega, ho lasciato solo la militanza per esercitare il ruolo senza nessuna forma di attivismo politico. Resto un tesserato sostenitore Lega».

Intanto prosegue con i suoi messaggi del buonumore sui social: «I petali cadono e le giornate si accorciano. Ma lo sapete quanti giorni mancano a Natale?».

© Riproduzione riservata