«Siete incapaci, approssimativi e insensibili», ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La presidente è intervenuta alla Camera per il suo primo “question time”, l’occasione per rispondere alle interrogazioni dei parlamentari. Ha cercato di smorzare la portata della nuova segretaria del Pd, che le ha replicato portandola su tutti i grandi temi che il centrodestra continua a mancare, partendo dal salario minimo. Schlein è intervenuta personalmente in aula: «Serve un salario minimo e un congedo paritario per la natalità. Cosa volete fare?».

Meloni ha usato toni concilianti. Le ha dato ragione sui bassi salari, ma il salario minimo legale «può diventare non un parametro aggiuntivo di tutele, ma un parametro unico sostitutivo e rischierebbe di creare condizioni peggiori per paradosso e aiutando chi vuole rivedere al ribasso la posizione dei lavoratori. Serve estendere la contrattazione collettiva». Sul congedo e il sostegno alla natalità «sono sempre disponibile».

La segretaria del Pd ha ricordato che la contrattazione collettiva finora non è bastata: «La nostra proposta la vuole rafforzare, ma arrivare dove non arriva la contrattazione fissando una soglia minima», e ha accusato Meloni per il ritorno dei voucher. La segretaria ha concluso: «Siete una destra che è ossessionata dall'immigrazione ma vedete l'emigrazione di tanti giovani che i salari bassi e la precarietà costringono a costruirsi un futuro altrove. Avete quasi cancellato Opzione donna. Queste sono le risposte». Le priorità della destra, ha detto ancora, «sono altre: i rave, i condoni, la guerra alle Ong e da ieri colpire i figli e le figlie delle famiglie omogenitoriali che hanno gli stessi diritti di tutti i bambini e bambine che fanno parte della nostra comunità».

Le risposte del governo

In apertura Meloni è stata interrogata sul naufragio al largo della Libia. Il deputato Riccardo Magi di PiùEuropa ha chiesto come mai l’Italia non è intervenuta: «La nostra coscienza è a posto», ha detto Meloni.

L’esecutivo sul naufragio ha citato il comandante della guardia costiera Roberto D’Arrigo: «Tutte le norme sono state applicate». L’Italia non è intervenuta e sono morte 30 persone: «Il tragico evento del naufragio di una barca affondata che ha portato alla morte di 30 dei 47 migranti a bordo, si è svolto area Sar di responsabilità della Libia ed è stato inizialmente coordinato dalle autorità libiche», ha detto Meloni.

L'Italia «ha poi assunto il coordinamento una volta ricevuta la comunicazione dell'impossibilità da parte delle autorità libiche di impiegare mezzi e su esplicita richiesta delle stesse». Così come fatto dopo il naufragio sulle coste di Steccato di Cutro, la presidente del Consiglio è tornata a parlare dei trafficanti: «Per fini politici si finisce per mettere in discussione chi salva le vite e per calunniare l'Italia intera».

Per le morti in mare «dobbiamo prevenire i trafficanti e investire sulle rotte legali, la nostra coscienza è a posto. Spero che chi attacca il governo e non dice nulla sugli scafisti possa dire lo stesso». Dopo l’interrogazione di Noi moderati ha aggiunto che «c’è una pressione migratoria che ha pochi precedenti» e «ci sono interessi di potenti organizzazioni criminali con potenti collegamenti transnazionali». L’interrogante, Pino Bicchielli, aveva fatto esplicito riferimento ai collegamenti del gruppo Wagner.

Meloni poi è tornata sul “piano Mattei” di «cooperazione» per «garantire il fondamentale diritto per gli africani di non essere obbligati a migrare». Il governo «non intende piegarsi alle molte e potenti pressioni di chi vorrebbe imporre la visione ideologica di un mondo privo di confini nazionali in nome di un indefinito diritto a migrare».

L’ambiente

Il deputato Angelo Bonelli, di Europa Verde, ha portato alla presidente la questione nucleare, su cui la Lega si è dimostrata sempre a favore. «Non siamo pericolosi negazionisti climatici», ha tenuto a premettere Meloni, che ha detto che l'esecutivo sul nucleare non farà nulla senza l’indirizzo del parlamento. Sulle case green invece, direttiva approvata a livello europeo, continua a dire no. Dal 2024 intanto le nuove norme bloccano gli incentivi alle caldaie a gas, ma Meloni ha tenuto a parlare di metano: «La fonte della transizione», e del biometano. Due combustibili «che riguardano l’Eni», ha ricordato Bonelli in replica.

Il ritorno di Montaruli

Fratelli d’Italia dal canto suo ha deciso di essere rappresentato come gruppo dalla deputata pregiudicata Augusta Montaruli, che ha parlato di automotive. Montaruli ha apprezzato il rinvio dello stop a livello Ue delle auto a combustione dal 2035. Per Meloni incentivare l’elettrico è un rischio: «La transizione verde si può raggiungere con altri ambiti rispetto all’elettrico. Il biometano, l’idrogeno. Moduliamo gli incentivi in modo che garantisca l’uscita dai carburanti inquinanti ma senza l’appiattimento» sulla strada europea. «Si è aperto un dibattito grazie alla posizione italiana. La presidenza svedese ha rinviato l’approvazione». Montaruli ha solo ringraziato.

«Non ha capito la domanda»

A tema economico le interrogazioni di Lega  – sui problemi finanziari dei comuni –, e di Italia viva-Azione, che ha chiesto a Meloni di ratificare il Mes: «L'Italia, finché ci sarà un governo guidato dalla sottoscritta, non potrebbe mai accedere al Mes. Temo che non accedano neanche gli altri». Il Movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione sulle iniziative volte a prevedere un contributo di solidarietà a carico del settore bancario, in relazione all’aumento dei tassi di interesse e agli effetti su famiglie e imprese. Meloni ha parlato dei danni economici del Superbonus per le ristrutturazioni. Il capogruppo Francesco Silvestri ha ribattuto: «Non ha capito la domanda». 

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