Diritti civili, giustizia, lavoro, economia, giustizia, transizione ecologica e grandi opere, sicurezza, politica estera, istituzioni: sono i temi su cui i partiti in corsa alle elezioni del 25 settembre 2022 si sono confrontati e, spesso, scontrati in questa campagna elettorale estiva.

Domani ha analizzato con attenzione i programmi e le dichiarazioni rese in queste settimane con lo scopo di mettere a fuoco la posizione di ogni forza politica su queste tematiche, in modo da offrire, alla vigilia del voto, un quadro chiaro ai suoi lettori. Abbiamo preso in esame oltre alle due principali coalizioni, quella di centrodestra e quella di centrosinistra, anche il Movimento 5 stelle, il cosiddetto terzo polo (Azione-Italia Viva) e Unione popolare, basando la nostra ricerca soprattutto sui programmi che vincolano (o dovrebbero vincolare) i partiti ad attuare, una volta in parlamento, quanto promesso.

Ci siamo serviti delle dichiarazioni fatte durante i comizi o sui social soltanto laddove mancasse nei programmi il riferimento all’argomento che si stava considerando.

La giustizia

La lotta alle mafie e alla corruzione rientra tra le priorità di Forza Italia, Lega, Partito democratico, Movimento 5 stelle e Unione popolare. Non viene, tuttavia, menzionata nè dal Terzo polo nè da Fratelli d’Italia. Il centrodestra al completo chiede, insieme al Terzo polo, la separazione delle carriere dei magistrati, una misura che prevede che il magistrato scelga all'inizio della carriera la funzione giudicante o requirente e quella svolga durante tutta la sua attività professionale. Nessun cenno alla questione da centrosinistra, Unione popolare e Movimento 5 stelle.

Quest’ultimo, non inserisce nel proprio programma neanche un cenno alla revisione della legge Severino, nella parte dedicata ai sindaci. Così fanno anche Fratelli d’Italia, Terzo polo e Unione popolare. Mentre si schierano a favore della modifica Lega, Forza Italia e Partito democratico.

La legge attualmente in vigore prevede che siano incandidabili o decadano dalla carica tutti quei personaggi politici, siano essi amministratori locali, parlamentari, europarlamentari o membri di governo, giudicati colpevoli e condannati in via definitiva a pene superiori ai due anni per reati non colposi. I sindaci sono diventano incandidabili anche qualora abbiano riportato una condanna non definitiva. Chi intende modificarla vorrebbe intervenire proprio sulla parte che attiene ai sindaci.

Inoltre, Movimento cinque stelle, Terzo polo e Forza Italia vorrebbero modificare la legge sulla prescrizione. Un punto su cui gli altri partiti non si esprimo né a favore né contro. 

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