«Il voto di domani riguarda il mandato da dare al presidente Giuseppe Conte per il Consiglio europeo dove dovrà tutelare le posizioni e gli interessi del nostro paese. Il Movimento e la maggioranza tutta hanno il dovere di sostenerlo: serve grande responsabilità in una fase delicatissima per l'Italia. Occorre lavorare per il bene dei cittadini, per uscire dalla crisi il prima possibile. Per raggiungere questi risultati servono sintesi, coesione, capacità di mediazione». Così il presidente della Camera, Roberto Fico, esponente di spicco del M5s, in un'intervista al Corriere della Sera.

La riforma del Mes? «Intanto chiariamo: una cosa è la riforma, un'altra è accedere al Mes, cosa di cui non si parlerà domani e su cui comunque non sono d'accordo». Per quanto riguarda la riforma, «presenta dei punti migliorativi», sottolinea, «ma altri nodi non sono sciolti. Lo dico chiaramente: non è la miglior riforma possibile. Si tratta di un percorso avviato da più di un anno, che va letto nell'ottica della posizione italiana in Europa. Non dimentichiamo il brillante successo ottenuto dopo un complesso e serrato negoziato sul Recovery».

Il governo scricchiola? «Serve la volontà comune di sciogliere alcuni nodi, e per farlo è necessario un clima genuinamente costruttivo. Senza egocentrismi», è la sua ricetta. Secondo Fico, ancora, «non possiamo rimanere isolati in Europa. Alle incertezze di questo periodo dobbiamo rispondere con serietà e impegno, mettendo al primo posto l'interesse collettivo. Il confronto, anche vivace, è necessario, ma basta battibecchi che non portano da nessuna parte».

E, alla domanda se Conte è in bilico, il presidente della Camera chiarisce: «Il presidente del Consiglio ha il pieno sostegno del Movimento 5 stelle, questo non lo ha messo in discussione nessuno al nostro interno». La situazione del M5s? «Come tutti i periodi di transizione, si vive un momento complesso. Abbiamo ragionato e stiamo ragionando su punti essenziali per l'identità, l'organizzazione e il percorso di una forza politica che in poco tempo ha conosciuto varie fasi. Con gli Stati generali», sottolinea Fico, «stiamo cercando di dare risposte a esigenze e problematiche che sono emerse nel tempo. Un passaggio fondamentale per affrontare al meglio i prossimi nodi e le prossime sfide».

Frondisti – aggiunge Fico – «è un termine che non mi piace. In ogni forza politica, in ogni gruppo, ci si confronta tra posizioni diverse. E nel Movimento sono sempre esistite sensibilità differenti: è una ricchezza nel momento in cui si ha la maturità di cercare insieme una sintesi e si ha l'obiettivo di combattere battaglie comuni. Portare il paese fuori dall'emergenza lo è senza dubbio alcuno».

Per il Movimento, «credo che la guida collegiale sia uno strumento utile in tal senso. Sono contento si vada verso un organo plurale che ritengo possa essere più funzionale a quello che il Movimento è stato, è e sarà», assicura il presidente della Camera. Sulla possibilità di espellere chi voterà contro, Fico si esprime così: «Credo che si debba lavorare per non arrivare a questo punto. C'è bisogno di far sintesi e serve confronto ed è quello su cui si sta impegnando Vito Crimi, che sta facendo un lavoro encomiabile».

Il dibattito fra i Cinque stelle sul dl migranti? «Ho espresso la mia opinione su questo argomento già da tempo. I decreti Sicurezza non hanno realmente affrontato il tema della sicurezza, e credo su questo siano d'accordo tutti nel Movimento. Per il loro superamento», chiarisce il presidente della Camera, «c'è stato un lavoro di confronto in maggioranza per raggiungere un testo che prendesse in considerazione anche le osservazioni al riguardo del presidente della Repubblica».

«La gestione del Recovery deve essere una priorità assoluta per tutti gli attori istituzionali. Si sono svolti i primi passaggi alle Camere, c'è stato un lavoro al riguardo delle commissioni parlamentari, e altri step seguiranno, a partire dalla prossima legge di Bilancio. È un percorso complesso che va affrontato con il contributo di tutti e con la consapevolezza che occorre lavorare per non sprecare un'occasione decisiva per il futuro. Parliamo di oltre 200 miliardi che devono servire per investimenti in infrastrutture, ambiente e innovazione», conclude Fico.

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