In una intervista al quotidiano La Repubblica l’ex ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, racconta la sua discesa in campo per Roma dopo che è stato scelto come il candidato del Partito democratico alle primarie del centrosinistra per le elezioni capitoline del prossimo ottobre.

«Non è stata una decisione facile da prendere perché far bene il sindaco di Roma è un’impresa da far tremare le vene ai polsi, un’enorme responsabilità, e presuppone un impegno continuo, senza sosta» dice Gualtieri. Ma è una sfida che accetta volentieri, «perché se non riparte Roma non riparte l’Italia».

Fino all’ultimo minuto il nome più ambito e che tutti volevano per il Partito democratico era quello dell’attuale governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che più volte, però, ha affermato di non volere candidarsi a sindaco visto il suo mandato regionale. «Con Nicola ci siamo sentiti e coordinati costantemente: siamo e saremo una squadra – spiega Roberto Gualtieri – la sua sarebbe stata una candidatura forte, di peso, ma ha alla fine ha prevalso il grande rispetto delle istituzioni che lo ha sempre contraddistinto. Io affronto questo impegno con umiltà, ma anche con la convinzione di poter dare molto a Roma. Da ministro ho fronteggiato la più difficile crisi del Dopoguerra: metterò esperienza e passione al servizio della mia città».

L’ex ministro dell’Economia afferma che vuole proporre «un progetto ambizioso per Roma» diverso dall’operato della Raggi che «non è stata all’altezza e non ha saputo interrompere il declino della città». Per Gualtieri «Roma merita di più e deve voltare pagina», ma resta in piedi l’alleanza con i Cinque stelle che saranno fondamentali per le prossime amministrative. Proprio nel week end è arrivato anche il sostegno ufficiale a Virginia Raggi da parte dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Nell’intervista il candidato del Partito democratico lancia qualche riferimento al suo programma per la capitale: «Non esiste un rilancio di Roma senza una profonda rigenerazione delle sue periferie, che richiede risorse, investimenti, visione. Servono infrastrutture, buona amministrazione, ma anche un forte intervento che punti al lavoro, allo sviluppo, all’ambiente, all’inclusione sociale e alla riduzione delle diseguaglianze. E occorre far leva su una intelligenza diffusa che va mobilitata e coinvolta in un processo che non è solo amministrativo ed economico ma anche sociale e culturale».

È sicuro di arrivare primo al ballottaggio e in quel caso gli elettori di Raggi e Calenda voteranno per lui.  «Roma viene da una lunga stagione di declino, aggravata dalla pandemia. Oggi abbiamo l’opportunità di farne il motore della ripartenza del Paese con il Next Generation Eu e lo sviluppo equo e sostenibile – spiega – Presenteremo presto il nostro programma, che andrà dal rilancio della cura del ferro combinata con una mobilità flessibile e tecnologicamente avanzata alle politiche di inclusione, dall’economia circolare all’innovazione. Lavorerò da sindaco perché Roma diventi la capitale europea dell’economia della conoscenza, della ricerca, della scienza e della cultura». E in questo suo lavoro Gualtieri vuole puntare sulle risorse del Pnrr da impiegare negli asili nido, nella scuola, nel trasporto pubblico e per le infrastrutture.

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