Il 31 gennaio il ministro Matteo Piantedosi aveva detto che i tempi erano «troppo stretti» per approvare una legge che permettesse ai fuorisede di votare dal proprio domicilio alle europee dell’8 e 9 giugno. Le cose però adesso sembrano prendere una piega diversa. Due giorni fa Fratelli d’Italia ha depositato in commissione Affari costituzionali al Senato un emendamento al decreto elettorale che, se approvato, darà la possibilità agli studenti fuorisede di votare fuori dalla propria residenza.

L’emendamento è stato votato da tutti i senatori di FdI in commissione (Lisei, De Priamo, Spinelli e Della Porta), la stessa commissione che in queste settimane sta esaminando un disegno di legge che introduce il voto per i fuorisede. L’emendamento, se passerà senza modifiche, non riguarderà tutte le persone fuorisede, ma unicamente gli studenti che vivono lontano da casa da almeno tre mesi.

Per capire l’emendamento bisogna partire da come funziona il voto delle europee. Il territorio nazionale è suddiviso in circoscrizioni elettorali che hanno dimensione sovra-regionale: nord-occidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia), nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna), centrale (Toscana, Umbria, Marche e Lazio), meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) e insulare (Sicilia e Sardegna). A ogni circoscrizione è assegnato un numero di seggi proporzionale alla popolazione residente e gli elettori scelgono tra i candidati nelle liste della propria circoscrizione di residenza.

Le possibilità

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in aula alla Camera durante il Question Time a fine gennaio (Ansa)

In base a dove si trova lo studente si delineano due casistiche differenti. Se il domicilio e la residenza sono nella stessa circoscrizione gli elettori potranno votare nel comune di domicilio (quindi, uno studente di Bari che vive a Salerno vota a Salerno). Questa situazione è possibile perché, dato che la circoscrizione è la stessa, sono uguali anche i candidati. Se, invece, vive in una circoscrizione differente dovrà andare nel capoluogo regionale della regione in cui è domiciliato (lo studente di Bari che studia a Brescia vota a Milano). In questo caso lo studente voterà in un’apposita sezione elettorale.

Entrambi i casi prevedono una procedura burocratica. Lo studente dovrà presentare una richiesta al comune di residenza almeno 35 giorni prima dell’8 giugno. A sua volta il comune avrà 15 giorni di tempo per trasmetterla a quello di domicilio, che darà all’elettore un’autorizzazione da presentare al seggio almeno cinque giorni prima del voto.

Al momento le indicazioni sono queste, ma non significa che la procedura sarà sempre così per i fuorisede in futuro. Questa, infatti, è una sperimentazione e ha l’obiettivo di valutare l’efficacia del procedimento tramite un gruppo ristretto di persone.

«È un primo fondamentale passo per garantire il pieno diritto di voto a tutti i cittadini», dicono Federico Anghelé, direttore di The good lobby, Francesco Bertolino, presidente del comitato Voto fuorisede e Fabio Rotondo, coordinatore della rete Voto sano da lontano. Ma la proposta taglia fuori la maggioranza dei fuorisede: i lavoratori.

«Auspichiamo che si proceda in tempi rapidissimi alla votazione per restituire in questa occasione, anche se solo parzialmente, il voto negato ai cittadini in mobilità. Non va infatti dimenticato che i fuorisede in Italia sono circa cinque milioni e il diritto di voto lontano dal luogo di residenza andrebbe esteso anche ai lavoratori fuori sede, e non solo per le elezioni europee, ma per tutti gli altri tipi di appuntamenti elettorali».

Le comunali

L’emendamento esclude la possibilità di votare alle regionali e alle comunali che si svolgeranno nelle stesse date delle europee in alcune zone d’Italia. Se il fuorisede dovesse essere residente in uno dei comuni in cui si elegge il sindaco ha due opzioni: votare per le europee nel luogo di domicilio e rinunciare alle comunali, oppure, se intende votare per entrambe, l’unica possibilità sarà, ancora una volta, tornare a casa.

Le proteste

L’emendamento di Fratelli d’Italia arriva dopo le manifestazioni di fine gennaio a Roma, quando The good lobby, Will media, Fantasanremo e le associazioni per il diritto di voto a distanza hanno sollecitato la politica ad agire in tempo per garantire ai fuorisede la possibilità di votare alle elezioni di quest’anno.

E la protesta pare stia ottenendo i primi risultati. Se l’emendamento passerà senza modifiche sarà la prima volta che una parte dei fuorisede potrà andare a votare lontano da casa.

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