Cambio della guardia molto tormentato e con un lungo strascico di polemiche politiche all’Anas, l’azienda pubblica delle strade affidata quasi tre anni fa dal Movimento 5 stelle a Massimo Simonini, un dirigente pescato tra le quarte file della società per sostituire Gianni Vittorio Armani. Il cambio allora era sembrato quasi obbligato perché Armani non aveva affatto brillato, aveva infilato l’azienda nel ginepraio della fusione con Fs con annessa supervalutazione forzata del patrimonio aziendale e infine aveva il torto, agli occhi dei grillini, di essere uno dei manager del cerchio magico di Matteo Renzi. Anche la gestione di Simonini è stata però opaca, per molti versi in linea con la precedente, per esempio per quanto riguarda la fusione con le Ferrovie, contrassegnata oltretutto da due gravi eventi negativi per la sicurezza stradale, il crollo del ponte di Albiano ad Aulla e del ponte Lenzino sul Trebbia. In entrambi i casi non ci sono state vittime, ma la circostanza è apparsa grave soprattutto perché Simonini prima di diventare amministratore era proprio il responsabile della manutenzione e vigilanza sulle infrastrutture.

Poltrona traballante

Ormai da mesi la sua poltrona era più che traballante soprattutto dopo l’avvicendamento al vertice delle Fs che dell’Anas sono la società controllante. Al posto di Gianfranco Battisti, anche lui scelto dal governo Lega più Cinque stelle, alle Fs è stato nominato Luigi Ferraris, un manager che aveva lavorato a Terna, la stessa società da cui proveniva l’ex amministratore Anas Armani. Ferraris ha convocato per lunedì il consiglio di amministrazione delle Fs con l’intenzione di procedere alla nomina del successore di Simonini. E qui c’è stato l’intoppo perché Ferraris ha proposto il nome di Ugo De Carolis, manager legatissimo ai Benetton e in particolare a Giovanni Castellucci, l’amministratore di Autostrade per l’Italia ai tempi del crollo del ponte di Genova (agli atti dell’inchiesta sul disastro ci sono anche intercettazioni di De Carolis sulla vicenda se non proprio compromettenti sono quanto meno inopportune).

I consiglieri Fs non hanno condiviso la proposta di Ferraris facendo notare che non era stata avanzata dal Comitato nomine della società e non era stata proposta neanche dalle società di cacciatori di teste Key2people e Egon Zehnder che avrebbero dovuto procedere alla selezione dei candidati. Secondo autorevoli indiscrezioni il nome di De Carolis sarebbe stato fatto piovere sulle Fs da Roberto Garofoli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, uno dei più stretti collaboratori di Mario Draghi, e da Giuseppe Chinè, capo di gabinetto del ministero dell’Economia guidato da Daniele Franco. Dalle stanze del consiglio Fs la vicenda è presto deflagrata nei palazzi romani della politica provocando martedì una specie di sollevazione a catena di tutti i partiti, che si sono svegliati dopo essere rimasti muti di fronte al regalo di circa 4 miliardi di euro tra supervalutazione delle quote societarie e sconti fiscali riservati ai Benetton e agli altri soci in occasione della vendita di Autostrade a Cassa depositi e prestiti.

Partiti concordi

I partiti si sono dimostrati concordi nel ritenere la nomina di De Carolis inopportuna e inaccettabile perché egli è espressione del mondo Benetton e premiarlo a nemmeno 10 giorni di distanza dal terzo anniversario della strage di Genova sarebbe apparsa una provocazione e uno sgarbo, soprattutto per le famiglie delle vittime. Nel frattempo il consiglio delle Fs ha deciso di riunirsi di nuovo, mercoledì, nella speranza di individuare finalmente il nome del successore di Simonini, mentre De Carolis in serata ha annunciato di aver ritirato «la sua disponibilità».Il manager è stato un una sorta di pretoriano dei Benetton dando ampia prova di questo attaccamento alla causa soprattutto negli anni in cui è stato amministratore di Aeroporti di Roma e il più strenuo difensore del progetto di raddoppio di Fiumicino tagliato sugli interessi giganteschi della famiglia di Ponzano Veneto.


Precisazione di Palazzo Chigi: in merito all’articolo pubblicato giovedì 5 agosto da Domani a firma di Daniele Martini, “I partiti bloccano l’uomo dei Benetton in Anas”, si evidenzia che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, ha appreso della designazione del dottor Ugo De Carolis, quale amministratore delegato di Anas, ieri pomeriggio leggendo le agenzie di stampa. Sono quindi prive di fondamento le ricostruzioni riportate in ordine alla proposta di designazione.

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