Diversamente da quel che ci si aspettava alla vigilia, il discorso di Mario Draghi ha colpito molto più pesantemente il centrodestra rispetto al Movimento 5 stelle. La temperatura dell’appoggio di Lega e Forza Italia si è andata raffreddando di minuto in minuto, di pari passo con le parole del premier che annunciavano chiusure sui temi più cari al Carroccio: le liberalizzazioni delle licenze dei tassisti, le gare per le concessioni balneari e la riforma del fisco. Le facce si fanno più dubbiose, il Carroccio e poi anche Forza Italia smettono di applaudire il premier. 

Appena finito l’intervento, i leghisti si chiudono in una riunione non prevista: restano riuniti oltre un’ora, il gruppo non rientra che a dibattito iniziato. Gli ultimi a raggiungere l’incontro sfuggono alle domande. «È stato duro con voi, come fate a votarlo?» «Eh, stiamo andando a scoprirlo» dice un parlamentare diretto alla riunione con un sorriso tirato. 

In riunione si decide di non decidere. Gli interventi vanno in direzioni contrapposte, alcuni incendiari spingono per lo strappo, ma i più governisti sono dubbiosi: «Poi come giustifichi la responsabilità che ti prendi a peggiorare una crisi così assurda? A maggior ragione se i grillini alla fine appoggiano Draghi» Si chiede uno di loro, ragionando nella sala Garibaldi del Senato. 

Dalla riunione non esce un mandato chiaro, ma Matteo Salvini non è contento delle parole di Draghi e va a confrontarsi con l’alleato Silvio Berlusconi a Villa Grande. I senatori restano sospesi: «Poi ci aggiorna, riprenderemo la riunione». Gli interventi sono ridotti al minimo indispensabile, parleranno soltanto il capogruppo Massimo Romeo e Matteo Salvini. 

ll centrodestra

La tentazione di strappare c’è, e nella Lega è forte. E inizia ad affacciarsi anche in Forza Italia, nonostante in prima battuta dopo il discorso i senatori azzurri si mostravano sicuri di un compattamento del partito. Ma un po’ alla volta i dubbi hanno cominciato a serpeggiare, tanto che FI ha annullato quasi tutti gli interventi durante il dibattito sull’intervento del premier. Parleranno soltanto Maurizio Gasparri e Anna Maria Bernini.

Non sono permessi passi falsi che potrebbero fare i colleghi più sanguigni. Berlusconi sperava in un segnale forte nei confronti del Movimento, un’esclusione dei Cinque stelle mai arrivata. Anzi, Draghi ha sostanzialmente aperto su una serie di temi importanti per il Movimento, come superbonus e reddito di cittadinanza. 

I guai grillini

Anche per il Movimento interverranno solo Ettore Licheri e Mariolina Castellone in dichiarazione di voto. I vertici dei Cinque stelle sono riuniti per decidere cosa fare: l’opzione più probabile a questo punto appare l’appoggio esterno al governo. Non è chiaro però come possa concretizzarsi, se in un’astensione o in un voto favorevole.

Il M5s potrebbe anche non esporsi fino all’ultimo: «Aspettiamo la replica di Draghi, non sappiamo cosa ci aspetta. Meglio vedere tutte le carte prima di decidere» dice un senatore mentre aspetta fumando nel cortile. L’attesa sarà lunga. 

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