- Per quanto Matteo Salvini abbia più volte mischiato religione cattolica e politica, invocando benedizioni di santi, giurando sul vangelo o esibendo rosari, al punto da sollevare critiche e riserva fra i credenti e anche nei vertici della chiesa, la nuova campagna segna un ulteriore passo avanti nella commistione dei due piani.
- Tutta la campagna del leader leghista si basa sulla parola #Credo e non si “limita” a utilizzare la religione a supporto di posizioni politiche, ma di fatto equipara l’adesione a un programma e il voto ad un atto di fede
- Poi espone gli avversari come non credenti, rafforzandone la demonizzazione e messa al bando, rinsaldando lo spirito del social-branco e promuovendo una accettazione acritica e fideistica.
Nei giorni scorsi la Lega ha lanciato la campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre, articolata in diverse fasi, e l’intreccio fra comunicazione offline e online. Il primo atto è stato l’affissione sui muri di alcune città italiane di manifesti blu, gialli e bianchi, con la parola «Credo», scelta quale slogan ufficiale, senza nome e logo del partito. Una classica campagna teaser, poco comune in politica ma nota in pubblicità, dove viene utilizzata per aumentare l’attenzion



