- Secondo i dati Oms, la comunità Lgbt+ in Italia è composta da 6 milioni di persone, pari a circa il 10 per cento della popolazione, e ha un potere d’acquisto di un terzo superiore alla media. Il Roma Pride propone varie opzioni a sponsor e sostenitori per la promozione dei loro brand al corteo.
- Ma quanto è autentica questa presa di posizione delle aziende? In che misura è un’operazione di immagine e quando invece ha effetti concreti? Schierarsi per i diritti civili, all’improvviso e per poche settimane l’anno, alimenta il sospetto di rainbow washing.
- L’esibizione di un attivismo di facciata spesso si rivela inefficace e a volte anche controproducente. Un altro rischio per le imprese arriva dal fronte opposto, da quei consumatori che sono contrari all’allargamento dei diritti.
La lista degli sponsor è lunga e articolata, e non va confusa con quella delle istituzioni che hanno dato il patrocinio. Dopo il passo indietro della regione Lazio deciso dal presidente Francesco Rocca, il Roma Pride può contare sull’appoggio del comune di Roma – il sindaco Gualtieri ha preso parte a un incontro alla Pride Croisette e sarà in prima fila alla parata di oggi – e sul sostegno di una quindicina di ambasciate straniere. Al corteo per le vie della capitale si attendono oltre 40mila pe



