La premier ha scelto di procrastinare tutte le scelte che possono danneggiarla. Il costo politico di ogni non scelta, però, aumenta in vista delle Europee
Di rinvio in rinvio, i proverbiali nodi stanno venendo tutti al pettine. Da quando si è insediata, la strategia della premier Giorgia Meloni è sempre stata quella di procrastinare tutte le questioni spinose o divisive che, se affrontate, avrebbero avuto un prezzo politico. Il risultato raggiunto, tuttavia, è quello di averle lasciate ingigantire, fino a farle diventare petizioni di principio costosissime sul piano elettorale, in vista delle Europee di giugno 2024. il mes Il massimo esempio di qu



