La settimana in cui il parlamento dovrebbe decidere sul destino del Mes, per cui la ratifica delle modifiche al trattato è in calendario per giovedì 14 parte con un duro stop da parte della Lega. Il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari ha già anticipato che dal suo punto di vista «il 14 dicembre alla Camera non lo discuteremo». Anche gli altri partiti di maggioranza non si sbottonano, anche se il capogruppo di Forza Italia Paolo Barelli in un’intervista spiega che per il suo partito «non è un tabù» anche se prima ci sono «altre priorità»: per Barelli, in ogni caso, approvare il meccanismo può rappresentare un «contrappeso sulla trattativa per il patto di stabilità». 

Sembra proprio l’attesa di nuovi passi avanti verso la conclusione del negoziato a frenare anche il partito di Giorgia Meloni. Il suo ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha raccomandato di aspettare il prossimo Consiglio Ue per l’approvazione, e la valutazione di diversi commentatori è che la presidente del Consiglio voglia sfruttare eventuali aperture e concessioni – specialmente in termini di fondi a disposizione della gestione dei migranti alle frontiere esterne – per reimpostare la narrazione governativa e condurre la sua maggioranza all’approvazione del trattato.

L’opzione che sembra farsi sempre più probabile è che l’approvazione alla fine possa arrivare, ma non in tempo per il primo gennaio, quando a Bruxelles era stata fissata l’entrata in vigore del Mes. Potrebbe essere anche possibile che palazzo Chigi tenti di disinnescare l’eventuale concorrenza della Lega su questo tema con un tecnicismo parlamentare, impegnando Camera e Senato in un voto a maggioranza qualificata per accedere in futuro al Mes da un lato e vincolando in un ordine del giorno o una risoluzione l’attuale maggioranza a non accedere mai e poi mai al meccanismo.

Le opposizioni

Sulla ratifica è intervenuta anche la leader dell’opposizione Elly Schlein, che in un’intervista ha raccomandato al governo di non bloccare l’Ue: l’Italia è infatti l’ultimo paese a non aver ancora ratificato il fondo. La posizione del governo italiano sul Mes «ritengo sia una vicenda paradigmatica della propaganda ideologica di questo governo. Hanno fatto fake news per anni sul Mes e ora non sanno come uscirne. Il problema è che stanno giocando con la credibilità internazionale dell'Italia. Non è possibile per ragioni ideologiche bloccare tutto il resto d'Europa sulla ratifica di un trattato. Quando lo ratifichi non stai chiedendo l'attivazione di questo meccanismo stai semplicemente permettendo ad altri di accedervi se ne hanno bisogno» ha detto la segretaria dem. Il renziano Luigi Marattin aveva già commentato nei giorni scorsi l’ennesimo ritardo parlando di «pagliacciata».

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