«Siamo in presenza di uno scippo di dimensioni enormi. Parleremo con i sindaci, verificheremo le cifre comune per comune. Sul Pnrr serve un’operazione verità».

Ieri pomeriggio, prima di entrare in una riunione del Pd, convocata per preparare gli interventi di oggi alle camere, il responsabile riforme Alessandro Alfieri spiega che le opposizioni metteranno insieme «il fronte degli amministratori», anche quelli del centrodestra, che in queste ore lanciano l’allarme per lo “scippo” dei fondi del Pnrr. «Si faranno 400 case comunità in meno? Ci dicano quali saranno tagliate. Saltano le opere per il dissesto idrogeologico? Mettano nome e cognome a quelle tagliate.

E non dicano che si faranno con i fondi per lo Sviluppo e la Coesione, perché le regioni quelli li avevano già destinati ad altre opere. Quello che loro chiamano “spostamento” è un gioco a perdere». Stamattina alle 9 il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto sarà alla camera per le «comunicazioni del governo in ordine alla revisione complessiva degli investimenti e delle riforme inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza».

Poi alle 15 Fitto si sposterà al senato. Alla fine in entrambe le camere si voteranno le risoluzioni. Alla vigilia, i partiti di minoranza preparano ciascuno il loro testo. In ogni caso la maggioranza non ha un problema di numeri. Ha un problema di imbarazzo perché i tagli annunciati, quasi 16 miliardi con la modifica 144 progetti dei 349 che devono essere realizzati entro il 2026, colpiscono tutti, anche i sindaci di destra. E per giunta quelli che fin qui si erano dati più da fare.

Schlein alla camera

È alla camera che si prevede lo scontro più ruvido. In questi giorni si sono alzati gridi di allarme da molte città. Elly Schlein raccoglie dati e prepara il suo intervento. In questa ultima settimana di lavoro di Montecitorio, o penultima – non è ancora chiaro – prenderà la parola anche sul salario minimo, probabilmente venerdì.

Sul Pnrr spiega che l’esecutivo non dialoga: «Abbiamo chiesto per mesi al ministro Fitto di venire a riferire in aula ma oggi capiamo l’imbarazzo. Perché mentre il paese fa i conti con i cambiamenti climatici estremi, vengono spazzate via le risorse per il dissesto.

È il gioco delle tre carte: il governo cancella progetti che dovevano andare al dissesto, al sud e ai comuni e ai comuni che protestano rispondono “non vi preoccupate, compenseremo i progetti tagliati con altre risorse”.

La verità è che quei territori aspettano quelle altre risorse per fare altri progetti, non quelli già previsti dal piano. Comunque è un gioco a perdere per i comuni»

È il punto anche per i rossoverdi. «Da nord a sud, le amministrazioni hanno fatto gare e bandi, e aperto cantieri», riferisce Peppe De Cristofaro, senatore campano.

«Solo a Napoli, il taglio sarà di 120 milioni e ne faranno le spese gli interventi di riqualificazione delle periferie. Una scelta che mette in difficoltà i sindaci già sotto pressione per la cancellazione del reddito di cittadinanza. Spostare i tre programmi dei comuni legati al ministero dell’Interno come le piccole opere, i programmi urbani integrati e gli interventi di rigenerazione urbana, è da pazzi. Fitto deve prendersi almeno l’impegno che i fondi tagliati saranno stanziati contemporaneamente allo spostamento dei fondi del Pnrr».

A scendere nel dettaglio c’è l’imbarazzo della scelta. Basta leggere quello che scrivono al ministro i consiglieri comunali di Forza Italia: «perplessità e disappunto» per l’ipotesi di «finanziare la riqualificazione di Taverna del Ferro e delle vele di Scampia con i fondi di coesione e non più con quelli del Pnrr», una decisione che «rallenterebbe i lavori e rischierebbe di metterli in forse».

In agitazione i sindaci della provincia di Roma. L’Associazione dei comuni lombardi chiede «con urgenza che venga chiarita e sancita quale sia la copertura finanziaria garantita e attraverso quali fonti». «Per la città metropolitana di Torino parliamo di 200 milioni di lavori dei Piani Urbani Integrati, 113 per la sola città di Torino, che verranno utilizzati per riaprire una serie di biblioteche di quartiere», spiega il sindaco Stefano Lo Russo.

«In questi mesi abbiamo cercato di puntare all’obiettivo dell’intervento, mettendo insieme diverse fonti di finanziamento. Pensiamo ad esempio all’acquisto dei nuovi mezzi pubblici: la gara è già stata aggiudicata. Oggi (ieri, ndr) abbiamo inaugurato uno dei tanti cantieri che costelleranno la città nei prossimi due anni, non possiamo vanificare tutto il lavoro».

È la preoccupazione anche dei presidenti di regione. Mentre Fitto parlerà al senato, il presidente della Conferenza delle regioni Massimiliano Fedriga, leghista friulano, ha convocato la riunione dei governatori. Teme «tensioni», ha ammesso a Repubblica, perché la nuova bozza del documento «prevede di utilizzare il Fondo di coesione per coprire le iniziative definanziate», ma «ci sono opere già pagate che stanno andando avanti».

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