Parte dalla Lombardia e dai sindaci più vicini alla Lega la ribellione contro l’ultimo dpcm firmato da Conte. «Siamo pronti a ricorrere contro questo decreto ingiusto, per tutelare quelle attività che meritano di continuare a lavorare». Fra gli altri, a firmare l’appello c’è Angelo Rocchi, sindaco di Cologno Monzese. Il paradosso è che nel frattempo nella vicina Milano i casi aumentano e per evitare il possibile peggioramento della situazione si stanno immaginando nuove misure restrittive.

A guidare la rivolta è Dante Cattaneo, coordinatore dei sindaci della Lega lombarda. É sua la regia che ha portato alla scrittura di una lettera, in cui gli amministratori locali contestano le misure: «L’ennesimo affronto arriva da questo decreto, con particolare riferimento alla chiusura di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie alle ore 18 e alla chiusura totale di attività di piscine, palestre, centri natatori, centri benessere e centri termali».

«A queste restrizioni si aggiunge la sospensione di ogni attività in teatri, cinema e concerti, di fiere e sagre. Si tratta di scelte miopi, che affossano l’economia e di conseguenza mettono a repentaglio la salute stessa».

In particolare, i sindaci contestano il fatto che l’estate sia stata passata senza «preparare il Paese a questa ondata». «Noi amministratori locali non ci stiamo e siamo pronti a ricorrere contro questo decreto ingiusto».

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