Gentile Direttore, le invio alcune precisazioni in merito agli articoli di Stefano Iannaccone che mi riguardano.

1. Sui documentari.

Quando affermo che non ho deleghe gestionali e operative non intendo sottrarmi alle mie responsabilità, intendo letteralmente dichiarare una realtà di fatto: con il mio ruolo di Presidente non solo non posso stipulare contratti, ma né io né il CDA abbiamo alcuna visibilità di essi, né li approviamo o ratifichiamo, come provano i verbali.

2. Su "Cinecittà2". 

Innanzitutto Cinecittà 2 esiste già, ed è un Centro Commerciale in Via Lamaro. Per il resto, la ricostruzione che viene fatta dal giornalista è totalmente fantasiosa. Innanzitutto, a Los Angeles la Sottosegretaria ed io abbiamo incontrato in tre giorni di viaggio istituzionale tutti i maggiori Studios e realtà del cinema e dell'audiovisivo statunitense che potessero investire in Italia, incluso Tarak Ben Ammar, per rassicurarli sulla tenuta del tax credit italiano e presentare le nuove facilities costruite e in fase di costruzione a Cinecittà. A Cannes, dove si incontrano durante il Festival decine di addetti ai lavori, il Sottosegretario nemmeno c'era. Confermo quindi che l'interlocuzione spetta all'Amministratore Delegato, che opera con la mia piena fiducia, che infatti ha incontrato di recente Ben Ammar e che io non ho su questo argomento alcuna posizione, né ufficiale né ufficiosa.

3. Sui Terreni di Torrespaccata. 

Anche qui, non interloquisco io con CDP (proprietaria del terreno), ma non c'è nessun complotto né desiderio di favorire qualche privato: il nostro Amministratore Delegato ha riferito e dichiarato in diverse interviste che - dato che CDP non era più disponibile a vendere il terreno in cambio dell'equity - Cinecittà si sarebbe trovata a dover pagare 40 milioni per il terreno e gli oneri accessori. Con la guerra in Ucraina e il rincaro dei prezzi inoltre, Cinecittà, d'accordo con il MiC, ha deciso di investire 220 milioni sul sito storico, restando senza risorse sufficienti per costruire gli ulteriori 8 Teatri destinati a Torrespaccata. La situazione sopra detta, poi la possibilità di riformulare gli obiettivi "milestone" del PNRR, oltre ad alcune criticità del terreno, che presenta ad esempio vincoli archeologici importanti, hanno portato alla decisione, sempre condivisa con il MiC, di soprassedere all'acquisto.

Cordialmente

Chiara Sbarigia

Risponde Stefano Iannaccone:

Prendo atto delle precisazioni della presidente Chiara Sbarigia e aggiungo alcuni elementi. Di Cinecittà 2 ha parlato Tarak Ben Ammar, che la presidente ha incontrato più volte. E l’imprenditore non aveva fatto riferimento al centro commerciale di via Lamaro, tanto che è stato necessario l'intervento dell'ad Maccanico sulla titolarità del marchio. Infine, sui terreni di Torre spaccata, dalla documentazione consultata, ho avuto conferma che la scelta ha una valenza politica, prima che economica, trattandosi della rinuncia di un investimento nell'ambito del Pnrr. Scelta di un organo pubblico che, in ogni caso, può legittimamente favorire un privato.

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