Giorgia Meloni lo ha ribadito in più di un’occasione, anche durante la discussione per la fiducia: vuole essere chiamata “signor presidente”. E anche gli uffici si adeguano. Il segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri, Carlo Deodato, ha diffuso una circolare, inviata a tutti i ministeri: «Per opportuna informazione si comunica che l’appellativo da utilizzare per il presidente del Consiglio dei ministri è: “Il signor presidente del Consiglio dei ministri, on. Giorgia Meloni”».

La precisazione nasce da una richiesta arrivata dal Senato e dalla Camera al momento della preparazione del resoconto stenografico: era la prima volta di una presidente del Consiglio donna e serviva una risposta ufficiale. Palazzo Chigi – che ha confermato a Domani la veridicità del documento – si è adeguato alle indicazioni che erano già arrivate da Giorgia Meloni.

In serata arriva una nota che non smentisce il contenuto e il senso del documento ma lo precisa ulteriormente: «La dicitura “il signore presidente del Consiglio dei ministri” è stata adottata dagli uffici della presidenza in quanto indicata come la più corretta dall’ufficio del cerimoniale di stato e per le onoreficenze. Tuttavia, il presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni, chiede che l’appellativo da utilizzare nelle comunicazioni sia “il presidente del Consiglio dei ministri”». Sparisce il “signor”, ma rimane il maschile.

La presidente del Consiglio, rivolgendosi alla capogruppo del Pd Debora Serracchiani alla Camera, aveva detto: «si è fatta polemica: il presidente, la presidente e su questo abbiamo un’idea diversa. Io non ho mai considerato che la grandezza della libertà delle donne fosse potersi far chiamare “capatrena”».

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