Dopo la nomina della commissione di accesso agli atti del comune, esponenti della maggioranza di governo hanno affermato che si è trattato di un «atto dovuto». Non è così. La nomina è il risultato di una valutazione discrezionale del prefetto, quindi del Viminale, che deve fondare l’atto sul motivato sospetto di infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale. Tale valutazione pare essere stata carente
Dopo la nomina della commissione di accesso presso il comune di Bari, per verificare infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso o similare, esponenti della maggioranza di governo hanno affermato che si è trattato di un “atto dovuto”. Ma è davvero così? I fatti Il Viminale ha specificato in un comunicato che «il provvedimento di accesso ispettivo» si è reso necessario a seguito di un primo monitoraggio «circa i fatti emersi a seguito dell'indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arre



