- Ha sfruttato la scuola di Bruxelles per imparare l’arte della negoziazione e prendersi il controllo di Forza Italia.
- Ora può rendere l’Italia protagonista su diversi scenari. Ma non deve cedere alla tentazione della propaganda.
- Il ministero degli Esteri è una macchina sofisticata, ben attrezzata e di buona qualità: in generale chi lo guida è accompagnato a non commettere errori. Da qualunque ministro ci si aspetta tuttavia la preservazione del perimetro delle competenze e l’impulso politico necessario.
“Meloni se apoyará en Tajani, Mattarella y Draghi” titolava il fondo dello spagnolo El Pais nei giorni della formazione del governo. In quest’ordine. «Tajani – si poteva leggere – è l'uomo chiave perché il governo funzioni negli ambienti sempre più influenti della comunità europea». I media spagnoli non sono nuovi a tali giudizi sul nostro vicepremier e ministro degli Esteri. Ma lo è anche la stampa europea in generale fin dal 2008. Se Giorgia Meloni ha trovato orecchie attente negli ambienti



