- Molti dei commenti negativi sul lungo corso del congresso e delle primarie del Partito democratico molti sono ingenerosi e non attenti. Sono prevenuti.
- Le due mozioni che si contendono le primarie del 26 febbraio sono diverse, anche se con una ovvia base di similitudine. Le differenze però ci sono e non sono irrilevanti. Soprattutto se ci si concentra sul ruolo del partito.
- La mozione Bonaccini è ritagliata su un’idea di partito “catch-all”, un partito “prendi tutto” che aspira ad attirare voti da tutte le parti della società. La mozione Schlein propone un partito che vuole riconoscersi come parte. Un partito che si situa dentro i conflitti e se ne fa leader.
Troppi sono stati i commenti negativi sul lungo corso del congresso e poi delle primarie del Partito democratico. Alcuni hanno sottolineato il niente assoluto delle proposte in campo, la mancanza di visioni politiche, la riduzione del partito a una cabina di regia di tattiche e mosse contingenti, la irrilevanza delle candidature – prima quattro, poi, dopo l’esclusione al primo round di Paola De Micheli e di Gianni Cuperlo, due: Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. Con tutta sincerità e senza fa



