«Oggi è la festa del lavoro, non del governo», ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, dalla piazza di Potenza per la celebrazione del primo maggio. Lo stesso giorno il Consiglio dei ministri ha varato il “decreto legge lavoro”. «Il governo - ha detto - deve pensare al lavoro tutti i giorni dell'anno, non solo il primo maggio. Doveva convocare il Cdm proprio oggi?».

Tornando sull'incontro di ieri sera a palazzo Chigi durato oltre due ore, il numero uno della Cgil ha aggiunto che «il metodo non può essere quello di essere chiamati, dopo quattro mesi, la domenica sera quando hanno già deciso. Vuol dire non riconoscere il sindacato, il ruolo che deve avere. Pensiamo sia necessario cambiare questo metodo che è sostanza. Il provvedimento sul cuneo va nella direzione delle richieste che abbiamo fatto, è un primo risultato».

Però, ha ribadito, è una tantum. «Non è strutturale, vale solo per 5 mesi e parliamo di un aumento di 50-60 euro. Una misura temporanea, transitoria e insufficiente a rispondere al problema della tutela del potere d'acquisto». La misura infatti dovrebbe partire a luglio e arrivare fino a dicembre. Poi la nuova legge di Bilancio stabilirà se e in che misura fissare una proroga.

Il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha chiesto sempre da Potenza di trovare nuove risorse «magari con gli extraprofitti, tassando le banche, le grandi aziende, le big pharma, o forse li avete paura?». La scelta di intervenire sul cuneo fiscale «è una novità positiva, ma è una prima risposta, che se non confermata con ulteriori risorse rischia di sparire a dicembre».

Come funziona la misura

Il decreto appena approvato prevede di incrementare il taglio del cuneo fiscale, già previsto dal governo Draghi, fino al 6 per cento per i redditi sotto i 35mila euro e al 7 per cento sotto i 25mila euro, da luglio fino alla fine dell'anno. Il testo infatti specifica che riguarda i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima.

Secondo le prime simulazioni, si tratterebbe di 36 milioni di nuclei familiari interessati, contro i 6 milioni che guadagnano più di questa soglia. I lavoratori avranno un aumento netto in busta paga che varia da circa 50 euro per i redditi intorno ai 12 mila euro e saranno più beneficiati via via che sale il reddito complessivo, fino a circa cento euro in più al mese per chi guadagna 35 mila euro lordi.

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