- L’accoglienza istituzionale riservata a Sviatlana Tsikhanouskaya, leader dell’opposizione bielorussa in esilio, è stata piuttosto balbettante. All’estero vede Merkel e Macron, interloquisce con Biden. A Roma srotolano frettolosamente un tappeto di sottosegretari e Di Maio ripara con un incontro all’ultimo.
- Il governo è stato fin qui ondivago nelle prese di posizione sulle questioni internazionali. Draghi ha dato del «dittatore» a Recep Tayyip Erdogan un respiro dopo aver elogiato il lavoro della Guardia costiera libica, per poi castigare in linea di principio l’immoralità di chi non sceglie da che parte stare.
- La gestione della visita è solo una conferma che distrazione e tentennamento sono la cifra del governo nelle questioni internazionali. Forse Draghi sa che con questa squadra è saggio moderare le aspettative. Meglio puntare, più realisticamente, a qualche titolo benevolo sul Financial Times.
L’accoglienza istituzionale riservata a Sviatlana Tsikhanouskaya, leader dell’opposizione bielorussa in esilio, è stata piuttosto balbettante. All’estero vede Merkel e Macron, interloquisce con Biden, viene ricevuta da cancellerie e capi di governo con attenzione proporzionale alla passione democratica infusa nelle dichiarazioni a suo sostegno. A Roma srotolano frettolosamente un tappeto di sottosegretari e membri della commissione Esteri, lo staff di palazzo Chigi dice che «non ha notizia»



