«I piani di spesa dell’Italia sembrano irresponsabili». L’Economist torna a stroncare Giorgia Meloni. Il settimanale britannico non ha dubbi: la spesa italiana rappresenta un problema a fronte della crescita lenta, e alla fine la presidente del Consiglio dovrà fare i conti con la realtà passando per il «Meloni-drama». Solo l’ultima voce del coro dei giornali economici intimoriti dalle mosse del governo italiano.

Il Consiglio dei ministri ha varato la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza il 27 settembre, e «a meno che non limiti la spesa, Meloni sembra destinata a entrare in rotta di collisione con la Commissione europea, la banca centrale e gli investitori», rileva l’Economist.

In «un mondo ideale, l’Italia seguirebbe le regole fiscali dell’UE, progettate per garantire che le sue finanze pubbliche rimangano fuori pericolo. Ahimè, sarà difficile riuscirci», sentenzia l’articolo pubblicato oggi.

Aggiunge poi anche che le regole «non sono realistiche». Anche se fossero in vigore regolamenti più permissivi, «farli rispettare sarebbe un’altra difficoltà. L’esperienza passata suggerisce che i governi nazionali raramente scelgono di seguire le regole stabilite a Bruxelles e di tagliare la spesa interna, perché rischia di infastidire gli elettori».

Questo lascia l’Italia soggetta alla disciplina degli investitori e della Bce. Tuttavia «nulla di tutto ciò significa che la Bce sosterrà una politica fiscale sconsiderata. La scena è pronta per ulteriori nervosismi sul mercato» e «il governo Meloni potrebbe iniziare a ridurre la spesa prima di allora. Più probabilmente, però, aspetterà che gli investitori nervosi e l’aumento dei costi di finanziamento la costringano. Fare i conti con la realtà è quasi certo. L’unica domanda è quanto dramma sia necessario prima».

Non solo un articolo

Il settimanale che ha come maggiore azionista la Exor, la società controllata dalla famiglia Agnelli, torna a parlare della presidente del Consiglio dopo poche settimane. A metà settembre, un lungo articolo raccontava come «l’Italia ha bisogno di più migranti, ma ha difficoltà ad ammetterlo». 

Ad agosto aveva già notato: «La torrida estate italiana scotta Giorgia Meloni». Il tema era come «Il cambiamento climatico spacca la destra», a partire dalle affermazioni in tv del compagno di Meloni, Andrea Giambruno.

Prima dell’elezione, a settembre dell’anno scorso, il settimanale britannico prevedeva che gli italiani «eleggeranno il governo più di destra della storia post bellica del loro Paese», e chiedeva: «L’Europa deve preoccuparsi?». A un anno di distanza anche altre testate economiche, il Financial Times e Reuters rispondono di sì.

Gli altri

La Melonomics non piace a nessuno. Subito dopo la pubblicazione della Nadef, il Ft riportava che «una spesa così espansiva potrebbe portare a tensioni con Bruxelles perché allontana l’Italia dalle regole Ue che fissano il limite del deficit di bilancio al 3 per cento del Pil». Titolo: “L’Italia alza le previsioni sul deficit di bilancio in un contesto di crescenti pressioni economiche”.

Il 18 settembre era chiaro che l’aria non era buona: «La luna di miele è finita», titolava riguardo il rapporto con gli investitori. Espressione ritornata 10 giorni dopo su Reuters: «Il peggioramento dello scenario economico – si legge in un breve commento - lascia a Meloni, che ha sprecato il suo primo anno in futili guerre culturali, poco spazio per mantenere le riduzioni fiscali e altre promesse elettorali. Probabilmente ricorrerà ai condoni fiscali, alle privatizzazioni e ai tagli alla spesa, lasciando ben poco per ulteriori investimenti».

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