Il Senato ha audito nei giorni scorsi due autori antifemministi del blog La Fionda. Le audizioni sono state organizzate dal presidente della commissione Giustizia Andrea Ostellari della Lega nell’ambito della discussione su vari disegni di legge contro la violenza di genere e domestica. 

I due blogger, Davide Stasi e Fabio Nestola, sono noti per le loro tesi antifemministe e la loro posizione che relativizza le violenze sulle donne, sottolineando le scarse percentuali di condanna e le denunce “strumentali”. 

I contenuti

Per capire la linea dei due basta sfogliare i loro contributi sul blog che nasce da un’evoluzione del progetto di Stasi “Stalker sarai tu”, ora «sospeso per ragioni personali». La descrizione del blog è già chiara: «Portale di analisi critica sul politicamente corretto, il femminismo e la teoria queer». Il 30 aprile scorso, per esempio, Stasi scriveva a proposito del femminicidio che «l'obiettivo delle forzature è, naturalmente, quella di far apparire il genere femminile come vittima preponderante, oggetto di una persecuzione mortale messa in atto dal genere maschile, e per raggiungerlo si creano giri concettuali e di parole formidabili, non di rado mettendo sotto tortura numeri e statistiche». 

La relativizzazione della portata del fenomeno dei femminicidi, che secondo La Fionda riguarda solo «rari casi», è un tema che torna di frequente nel blog. L’8 giugno, su Facebook la pagina commentava l’episodio del salvataggio di una bambina nel mare di Brindisi così: «È vero, talvolta, in rari casi, gli uomini usano la forza per commettere violenza. Ma nella normalità delle cose gli uomini la usano per proteggere e salvare. E spesso sono pronti a morire per farlo. Riposa in pace, uomo, papà, eroe».

L’altro tema ricorrente è quello delle donne che compiono violenze nei confronti dei figli e presentano «false accuse» contro gli uomini. Sul blog, un elenco sempre aggiornato dagli autori raccoglie i casi poi finiti con assoluzioni o archiviazioni. Sulla pagina Facebook tanti post sono stati dedicati al caso di Elena Del Pozzo, uccisa a cinque anni da sua madre. La Fionda commenta: «Previsione: massimo primo pomeriggio fioccheranno articoli di giustificazione. Depressione postpartum ritardata, sindrome mestruale, temporanea incapacità di intendere e di volere o, meglio ancora, depressione causata da un uomo, che dunque sarà il vero colpevole. Scommettiamo?»

La Fionda ha già partecipato a un convegno in Senato: il 14 giugno, quando nella sala dedicata ai caduti di Nassirya si svolge una discussione intitolata “Alienazione, estraniazione o rifiuto immotivato del genitore: realtà e ideologia a confronto”, il blog segnala sulla propria pagina Facebook che «Molti nostri amici prenderanno la parola». 

Le audizioni

Il convegno è stato organizzato dal senatore leghista Simone Pillon, che è parte anche della commissione Giustizia, dove è relatore di provvedimenti di peso come il testo sul Fine vita.

A denunciare l’episodio di lunedì scorso in commissione Giustizia è stata la senatrice del Pd Valeria Valente, che in un lungo post Facebook ha spiegato come a suo parere l’audizione fosse inadeguata ai provvedimenti in discussione, viste le precedenti dichiarazioni di Stasi e Nestola. 

Durante il suo intervento, Stasi si è chiesto per esempio se «una legge del genere è davvero necessaria» e dice che «un intervento legislativo di questo tipo non ha nessuna ratio» perché orientato «alla difesa del genere femminile soltanto». Il blogger ha continuato poi sottolineando come le denunce per violenza finiscano spesso nel nulla e ha spiegato che l’intenzione di alcune delle proposte di legge sotto esame sia ai suoi occhi quella di «sovvertire la realtà» creando una narrazione di una realtà emergenziale che a suo parere «reale non è» perché «basata su forzature». Le norme, secondo Stasi, «incentivano una caccia al maschio». 

Sull’episodio è intervenuta anche Donatella Conzatti di Italia viva: «È incredibile che il presidente della commissione Giustizia del Senato, il leghista Ostellari, abbia scelto di audire chi,continua a proclamare il complotto dei dati e della propaganda riguardo alla violenza contro le donne». 

Valente tira in ballo il collega Pillon, che ha però smentito di aver invitato i due blogger. Il leghista sottolinea tuttavia come «in parlamento si ascoltano tutti gli esponenti della società civile e non solo quelli che decide il Pd» e giustifica il fatto che «entrambi però hanno legittimamente parlato del grave fenomeno delle false denunce per violenze». 

Gli stessi blogger sono a loro volta intervenuti per rispondere al post di Valente con un contenuto pubblicato sul blog in cui parlano di «kapò femministe con evidenti problemi di gestione della rabbia e dell’odio» che hanno pubblicato «sbrodolate psichiatriche di protesta e indignazione» e si lamentano di essere vittime di una «rete che permette all’attivismo più livoroso e fuori controllo di trovare agenti attivi direttamente nelle istituzioni». 

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