Le liste sono state presentate, i leader sono tutti pronti alla corsa. Nei collegi si sfideranno gli ex presidenti del consiglio e i segretari. L’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti fronteggerà nelle preferenze la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, entrambi nelle liste proporzionali del Lazio per la Camera. A Milano, sempre nel plurinominale, ci saranno in corsa per il Senato il segretario della Lega Matteo Salvini, quello del Pd Enrico Letta e il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. In Lombardia candidati anche gli ex presidenti del Consiglio Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Oggi al meeting di Rimini ci sarà il primo confronto tra i leader.

14.20 – Tajani: il reddito di cittadinanza demotiva chi lavora

Tajani: «Lo stato deve sostenere chi non è in grado di lavorare, come anziani e portatori di disabilità. Ma bisogna lavorare per dare lavoro a chi può farlo. Ci sono lavoratori che vogliono essere pagati in nero per non perdere il reddito di cittadinanza».


14.15 – Salvini: la flat tax ha un costo di 13 miliardi

Salvini propone di «detassare gli straordinari e i premi di produzione, allo stato non costa nulla. Il 70% di chi ha iniziato a prendere il reddito continua a prenderlo, il 17 per cento è o ha un disabile in famiglia e a loro non va tolto nemmeno un euro, gli altri al primo rifiuto perdono il diritto». Poi fissa il costo della flat tax: 13 miliardi di euro.

Pensioni: «Se torna la Fornero saremmo il paese con l’età pensionabile più alta. Quota 41 darebbe non l’obbligo ma la possibilità di andare in pensione a 800 mila lavoratori, anche per lasciare il posto di lavoro ai ventenni».

Voucher: «Reintroduciamoli, meglio un lavoro a tempo pagato che un lavoro nero».


14.10 – Rosato: il lavoro nero non si combatte con il salario minimo

Ettore Rosato d’accordo con Meloni: «Il reddito di cittadinanza è sbagliato perchè la povertà non si combatte solo con i soldi, non basta dare soldi per far uscire dalla condizone. Servono servizi e terzo settore. Il reddito di cittadinanza ha rotto il meccanismo, lo stato finanzia persone che non lavorano». Bisogna «uscire dalla logica dell’assistenzialismo di stato e non vuol dire lasciare indietro qualcuno. Abolirlo significa introdurre norme per contrastare la povertà e abbattere le tasse sul lavoro e l’impresa. Noi proponiamo che non si tassino le entrate fiscali fino a 25 anni».


14.05 – Meloni: l’unico modo per aumentare i salari è abbassare le tasse

Salario minimo: «Chi conosce il mondo del lavoro sa che i contratti collettivi nazionali hanno già un salario minimo loro. C’è un modo solo per aumentare i salari in Italia ed è abbassare la tassazione». Serve invece un «equo compenso per i lavoratori autonomi».

Meloni cita Giovanni Paolo II: «Spiegava che il lavoro ha un suo valore oltre l’utilità, fatto di partecipazione alla comunità nazionale. Mettere sullo stesso piano chi può lavorare e chi no è stato l’errore del reddito di cittadinanza. Abbiamo dato a un ventenne in grado di lavorare fino a 700 euro quando un disabile prende una pensione da 270 euro. Non mi pare giusto». 


14.00 – Letta: il reddito di cittadinanza va cambiato in modo significativo

Letta: «Il reddito di cittadinanza va cambiato in modo significativo. Una misura contro la povertà è necessaria ma sul lavoro servono altre iniziative». Il salario minimo «è fondamentale, ma va gestito nelle relazioni tra sindacati e imprese», «vanno ridotte le tasse sul lavoro e il cuneo fiscale: se non siamo in grado di fare una scelta shock non c’è futuro». Far cadere il governo Draghi è stato un errore «perchè si stava muovendo in questa direzione. Spesso nel nostro paese è incentivata la finanza, non il lavoro, invece noi dobbiamo incentivare il lavoro». Noi ci prendiamo l’impegno di «eliminare gli stage gratuiti. Il primo lavoro deve essere un lavoro pagato».


13.55 – Di Maio: i centri per l’impiego hanno fallito

Salario minimo: «Va superata la retribuzione di 2 o 3 euro all’ora, ma lo dobbiamo fare con le aziende e non per legge».

Reddito di cittadinanza: «Il sistema dei centri per l’impiego ha fallito, nonostante la liquidità inserita di 1 miliardo di euro. Sono d’accordo con l’idea che le aziende facciano la proposta diretta ai percettori del reddito, che se rifiutano perdono anche il reddito. Non sono d’accordo a toglierlo agli inabili al lavoro e ai disabili».


13.50 – Di Maio: serve salario equo ed equo compenso per i professionisti

«Parliamo di salario equo e di equa remunerazione dei professionisti», ha detto Di Maio. «Servono forze fresche che vengano da istituti tecnici, tanto che le aziende creano formazione. Noi su questo dobbiamo investire». Poi parla dei neet: 2 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. «Lavoriamo sulla nostra cultura che dice che non è consentito fallire, nella cultura anglosassone invece i fallimenti servono a diventare vincenti. Invece dobbiamo lavorare con loro nei nuovi campi del lavoro, come la cybersecurity».


13.41 – Letta: non usiamo l’Europa come capro espiatorio

«Non buttiamo la colpa sul tetto del gas in Europa. I tetti amministrati per 12 mesi in Italia è una cosa che possiamo fare noi senza chiedere il permesso a nessuno. Se non la vogliamo fare, diciamolo agli imprenditori senza spostare la colpa su Bruxelles», Letta manda così una stoccata a Meloni.

Sulla scuola: «Nel 2027 noi vogliamo che i nostri insegnanti vengano pagati nella media europea, il tema è che ci sia progressione. Da qui esce l’impegno di tutti di pagare gli insegnanti nella media europea», poi parla di allungare l’obbligo scolastico fino alla maturità (e il meeting rumoreggia) e rendere obbligatoria la scuola d’infanzia. Poi propone l’erasmus anche per le scuole secondarie.


13.35 – Meloni: nella scuola merito e uguaglianza devono andare insieme

«Riflessioni sulla scuola devono partire dalle giovani generazioni, a cui durante il covid è stato tolto tutto, il diritto all’eduzione in primis. Dobbiamo ragionare anche cosa gli è stato tolto dal punto di vista degli investimenti». Meloni ha parlato dell’impatto sulle relazioni umani l’utilizzo dei cellulari. «Noi abbiamo una scuola in cui chi ha maggiori possibilità avrà possibilità migliori a livello di istruzione, il sistema favorisce chi ha di più. Invece uguaglianza è merito sono uno fratello dell’altro, non c’è merito se non si parte dalle stesse condizioni». Poi rilancia sullo sport: «E’ un volano per corretti stili di vita».

«Al reddito di cittadinanza noi ci opponiamo proponendo l’istituzione, nel prossimo governo, di un liceo del made in Italy».


13.25 – Salvini: basta numero chiuso a medicina

Sull’istruzione: «Prendo un impegno che costa zero, parlo della facoltà di medicina: copiamo il sistema francese, tutti accedono al primo anno di medicina»


13.15 – Tajani: chi può, deve andare a lavorare

Il coordinatore di Fi: «Servono risorse di qualità nell’impresa che porti alla modernizzazione, le università devono cambiare con meno baronie e più formazione. Ogni famiglia italiana deve essere libera di poter scegliere tra scuola statale e scuola non statale, che è sempre servizio pubblico», ha detto strappando applausi, «abbiamo il diritto di educare da cristiani i nostri figli, lo stato non può imporre un tipo di formazione facendo chiudere le scuole non statali».


13.05 – Salvini: sì alla vita, da papà no alla liberalizzazione della droga

«Politica significa fare scelte anche che scontentano. Io sono dalla parte della vita che è un valore non negoziabile. Sostengo i centri di aiuto alla vita, con 260mila bambini che altrimenti non sarebbero nati. La legge 194 va applicata integralmente, anche se sono in condizioni economiche che non gli permetterebbero di portare avanti la gravidanza». 

Sulle droghe: «Da papà, io mai governerò un paese che permette di coltivare e consumare ogni genere di droga. la droga è morte, sempre e comunque, e ritengo irresponsabile che i parlamentari dicano ai ragazzi che alcune droghe non uccidano».


13.00 – Rosato: una legge elettorale viene dopo le riforme

«La mia legge elettorale è stata la più votata nella storia della Repubblica. Non è la migliore, ma una legge elettorale serve dopo le riforme costituzionali», ha detto Rosato, autore dell’attuale legge elettorale.

«Se i partiti sono solo comitati elettorali si disgregano, perchè sono stati pensati come realtà che accomunano le comunità. Oggi la politica allontana e non ammorbidisce più gli spigoli. Io rivendico la scelta durante la pandemia di archiviare il governo Conte, che era inadeguato, Draghi ha saputo mettere tutti insieme ad affrontare le questioni principali e questo suo grande merito è stato un peccato che si sia scontrato con interessi personali e di parte».

Sul prezzo dell’energia: «La ha proposta Draghi, gli abbiamo tolto autorevolezza con le elezioni anticipate».


12.51 – Meloni accolta da forti applausi

Meloni: «E’ la prima prima volta di persona al meeting», e viene accolta da applausi. Sui corpi intermedi: «La dottrina sociale della Chiesa dice che la società civile non è un insieme di individui ma di legami che le persone hanno con le società intermedie. Quindi è il rapporto con l’altro che fa la società e che produce comportamenti virtuosi».

Sui partiti: «Io ho fondato un partito 10 anni fa quando si pensava che un partito pesante non avesse più futuro, un partito esiste se ha sedi sul territorio e le persone possono partecipare attivamente. si può fare anche online ma è diverso l’approccio. quando ci si confronta con un congresso in cui rendere conto delle scelte fatte, è più difficile fare una diretta Facebook con 5 milioni di persone che non vedi. Rivendico di essere stata l’unica ad aver portato in aula una legge per le preferenze e per far scegliere i parlamentari ai cittadini, questo perchè un parlamentare messo in una lista bloccata alla fine risponde al capo».

Sul presidenzialismo: «Per rimettere i cittadini al centro delle scelte, il presidenzialismo è fondamentale: serve un legame tra cittadini e governo, serve stabilità perchè abbiamo pagato sul piano economico la nostra instabilità. Ritengo che un modifica costituzionale sarebbe molto utile e la Francia non mi sembra un sistema impresentabile».

Sul tetto al prezzo dell’energia: «Favorevolissima al price cup europeo, ma attenzione a farlo in Italia, sarei prudente».


12.45 – Letta: sono l’unico senza il nome sul simbolo

Segue Letta: «Bisogna fare una eccezione alla regola: quando il prezzo del gas supera quello precedente del 1000 per cento vuol dire che qualcosa è storto. Dobbiamo creare prezzi amministrati e fissare un tetto massimo al prezzo. Per farlo serve una legge, è necessario farlo e non rompe il sistema». Sulla politica dice che la sua voce «è l’unica in cui sulle schede vedrete il simbolo e non il nome. Rivendico la scelta, perchè un partito è una comunità e non un leader e questo rappresenta la scelta in linea con la costituzione che ci ha dato il parlamentarismo. Se perderemo, ci opporremo al presidenzialismo».


12.36 – Prima domanda sul futuro dei partiti

Luciano Fontana chiede come si archivia la «legislatura più pazza del mondo» e che futuro hanno i partiti. Comincia Di Maio: «Se i partiti non avranno la forza, i cittadini si organizzano da soli in modo civico», poi porta la risposta sul caro energia: «Era il motivo per cui il governo Draghi non doveva cadere, ma per risolvere il problema non possiamo aspettare il prossimo governo» e ritorna sulla necessità di fissare un tetto massimo al prezzo del gas in Europa.


12.15 – Inizia il dibattito tra i leader

Comincia la tavola rotonda tra i leader Luigi Di Maio, Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Il titolo del meeting di quest’anno è «Una passione per l'uomo», modera il dibattito il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. L’attesa però è tutta per il primo confronto faccia a faccia tra Letta e Meloni e la platea accoglie in modo molto caloroso la leader di FdI, in modo molto più freddo sia Letta che Salvini.


12.00 –  Letta: «Alto tradimento in Sicilia del M5s»

«La scelta di tradire il patto delle primarie è molto grave. Non c'è stata coerenza, per il resto decideremo nelle prossime ore», ha commentato il segretario del Pd, Enrico Letta, incontrando i giornalisti al Meeting di Rimini, parlando della rottura del Movimento 5 Stelle in Sicilia, dove con le primarie era stato deciso di sostenere insieme l’europarmanetare Caterina Chinnici.


11.30 – Salvini: «Temo che le sanzioni alimentino la guerra»

«Sulle sanzioni alla Russia, io chiedo semplicemente di valutare l'utilità di questo strumento», ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, a margine di un dibattito dell'Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà al Meeting di Rimini. «Guardiamo i numeri. Teoricamente dovrebbero colpire il sanzionato e costringerlo a fermarsi. I numeri delle banche centrali ci dicono che nei primi sei mesi di quest'anno è successo l'esatto contrario: l'avanzo commerciale della Russia nei primi 6 mesi è di 70 miliardi di dollari». A concluso dicendo che «Non vorrei che le sanzioni stessero alimentando la guerra».


11:09 – Al consueto ciclo di conferenze organizzato da Comunione e liberazione saranno presenti i principali esponenti degli schieramenti politici in campo. L’incontro partirà alle 12. In programma Luigi Di Maio, capo politico di Impegno Civico; Enrico Letta, segretario Nazionale del Partito Democratico; Maurizio Lupi, Capo politico Noi Moderati, presidente Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà; Giorgia Meloni, presidente Nazionale di Fratelli d’Italia; Ettore Rosato, presidente nazionale di Italia Viva; Matteo Salvini, segretario federale della Lega; Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. Introduce Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Modererà Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera.

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