Dopo l’intervento militare israeliano a Gaza avvenuto nella notte del 14 maggio diversi leader internazionali hanno condannato l’accaduto.

In Italia ha preso parola anche il neo segretario del Partito democratico Enrico Letta che alla direzione nazionale del partito ha detto: «Chiediamo a Israele di fermarsi alla legittima difesa e di non andare oltre, l'escalation sarebbe buttare benzina sul fuoco e chiediamo all'Italia di farsi interprete affinché l'Ue sia protagonista e gli Usa facciano la loro parte, portando una voce di pace. Noi continuiamo a ritenere la soluzione di due popoli e due stati e una pace legittima per i due stati sia l'unica soluzione».

Lo scorso 12 maggio Letta ha partecipato alla manifestazione in solidarietà di Israele organizzata dalla Comunità ebraica di Roma. Insieme a lui anche altri personaggi di spicco della politica italiana da Salvini a Boschi, passando per Toti e Tajani.

«Ho visto la tempesta di fuoco che Israele ha scaricato stanotte su Gaza. Inaccettabile», ha affermato il Segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che ha aggiunto: «Ribadisco: quello in atto non è uno scontro alla pari ma un’aggressione. La comunità internazionale deve intervenire per garantire - conclude il leader di Si - un cessate il fuoco. Per molto meno altri Stati hanno subito e subiscono sanzioni molto pesanti, da molti anni».

Le reazioni internazionali

Immediatamente dopo l’annuncio dell’operazione dell’aviazione militare israeliana, supportata dall’artigliera pesante schierata davanti al confine nord con la Striscia di Gaza, il presidente francese Emmanuel Macron ha lanciato un appello per il cessato il fuoco e il ritorno al dialogo. Nella stessa direzione si è mosso il Segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres che ha aggiunto: «Troppi civili innocenti sono già morti. Questo conflitto può solo aumentare la radicalizzazione e l'estremismo in tutta la regione».

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