«Noi abbiamo fatto il massimo, abbiamo lavorato molto bene, il progetto di Roma è considerato più bello di quello di Riyad. Abbiamo deciso di fare un’Expo molto innovativa, un esperimento sulla rigenerazione e di rigenerazione urbana. Immaginando già cosa ne sarà dell’area di Tor Vergata dopo l’Expo». Si dice soddisfatto del lavoro fatto finora il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che a “L’Europa di Domani”, il festival di questo giornale in scena giovedì e venerdì alla sede della Camera di commercio di Roma, ha fatto il punto anche sull’assegnazione di Expo 2030, attesa per martedì prossimo.

«Per vincere conta il sistema paese, il sindaco fa ciò che può ma non ho particolari rimostranze da fare al governo. Poi se si pensa che eventi come mondiali o Expo devono andare tutti nei paesi del Golfo grazie al peso dei petrodollari, si cambierà il Dna di questi eventi. Sull’assegnazione io sono fiducioso perché ho l’ottimismo della volontà, ma vedremo», ha detto il primo cittadino della capitale intervistato da Lisa Di Giuseppe in un panel dal titolo “Roma capitale europea: la trasformazione di una città”.

Roma in Europa

Nel corso dell’incontro al Tempio di Adriano, Gualtieri ha parlato anche del rapporto tra Roma e le altre capitali europee. «Abbiamo cercato di portare Roma in una rete di relazioni internazionali che negli ultimi anni si erano indebolite, abbiamo ripreso a partecipare a vari network di città», ha detto in un passaggio critico con Virginia Raggi, che lo ha preceduto in Campidoglio. «Tutte le metropoli – Roma, Parigi, Berlino – si trovano ad affrontare gli stessi problemi. Con Parigi abbiamo un gemellaggio esclusivo, che vieta alle due capitali di avere altri gemellaggi».

La lotta per il clima

Riguardo al piano di adeguamento climatico che sarà presentato all’inizio dell’anno, Gualtieri ha puntato l’attenzione su due aspetti: «Le città devono mitigare, cioè lavorare per contenere l’aumento delle temperature entro un grado e mezzo, e poi adattare il tessuto urbano». Un fronte è quello delle isole di calore – Roma ha molto verde ma è distribuito male – che va combattuto con interventi di micro riforestazione. Poi c’è il rischio idrogeologico, per cui va messo in sicurezza l’approvvigionamento. E il problema degli incendi: «Abbiamo rafforzato il piano incendi, motivo per cui quest’estate abbiamo avuto meno roghi rispetto all’anno scorso».

Contro il premierato

L’incontro si è chiuso con alcune considerazioni sulla politica italiana: «Quest’anno la finanziaria non è stata difficilissima perché eravamo ancora nella fase ciclica dopo il Covid e avevamo le risorse del Pnrr. La prossima manovra sarà più complicata. Purtroppo il governo non capisce che se non si diminuisce l’evasione bisognerà tagliare il welfare, la sanità e la scuola». Ma il passaggio più critico ha riguardato il progetto di riforma costituzionale portato avanti da Meloni: «L’Italia rischia di essere l’unico paese al mondo in cui una minoranza di persone può eleggere l’esecutivo e il legislativo. Anche il presidenzialismo prevede che l’elezione dell’uno non coincida con quella dell’altro. Da noi si va verso una pericolosa anomalia».

Gli altri incontri

Nei due giorni di incontri e dibattiti in programma giovedì e venerdì verranno indagati i temi centrali del progetto europeo. Per affrontare le trasformazioni della vita pubblica – dall’economia alla politica, dalla giustizia alla letteratura fino allo sport – con i giornalisti di Domani saliranno sul palco esponenti delle istituzioni, leader politici e sindacali, ministri e analisti. Nel pomeriggio di giovedì 23 interverranno il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e l’allenatore della nazionale di calcio Luciano Spalletti, mentre venerdì 24 sarà la volta della segretaria del Pd Elly Schlein, seguita dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri.

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