Finita la breve pausa pasquale, riparte il lavoro del Nazareno per definire le liste. Stavolta le ipotesi devono cominciare a solidificarsi, eppure la segretaria si è presa tutta la settimana per definire la sua proposta. Il limite della consegna ufficiale degli elenchi è a fine mese: entro il 30 aprile e il 1° maggio le liste dovranno essere consegnate alle cancellerie delle Corti d’appello dei capoluoghi di circoscrizione elettorale (Milano, Venezia, Roma, Napoli, Palermo).

Ma il Partito democratico deve fare più in fretta: deve approvare i suoi candidati in una riunione di direzione che sarà convocata fra il 15 e il 19 aprile: e alla fine di quel dibattito il pacchetto deve comunque essere chiuso. Dunque la segretaria dovrà arrivare davanti al parlamentino dem con una proposta il più possibile condivisa. Riaprire la discussione su qualche nome trascinerebbe la decisione fino alle elezioni della Basilicata, il 22 e il 23 aprile: e sarebbe un garbuglio far sovrapporre il confronto sulle liste con l’analisi del voto lucano, sul quale peraltro nessuno nutre molte speranze, data la maniera travagliata con cui si è arrivate alla candidatura di Piero Marrese, presidente della provincia di Matera.

La nuova ipotesi di Schlein

Ma la fretta spesso è cattiva consigliera. E così la segretaria si è data un’altra settimana prima di assumere le sue scelte definitive. Il prossimo incontro con il presidente del partito Stefano Bonaccini non è in programma prima dell’inizio della prossima settimana.

In queste ore Schlein, insieme ai suoi più stretti consiglieri –  in primis Igor Taruffi, responsabile organizzazione starebbe ragionando su uno schema un po’ diverso da quello trapelato sui media nelle scorse settimane. Nel vis-à-vis con Bonaccini, lo scorso 28 marzo, Schlein ha discusso con il presidente. E alla fine gli ha chiesto di candidarsi capolista nella circoscrizione del Nord est. Dove lei invece alla fine avrebbe deciso di non correre.

Così come non dovrebbe candidarsi neanche nella circoscrizione Sud: lì Pina Picierno, vicepresidente del parlamento europeo, aveva apertamente posto il tema del combinato disposto fra la candidatura a capolista della giornalista Lucia Annunziata e la possibile corsa in terza posizione – dopo il sindaco di Bari Antonio Decaro – della segretaria: «Se solo donne esterne guideranno le liste (senza il giusto riconoscimento del lavoro svolto dalle uscenti)», ha detto Picierno a Repubblica, «e ci sarà la segretaria, in una ipotesi “panino”, sulla base del meccanismo delle preferenze, io per essere eletta dovrei invitare gli elettori a non votare la capolista o la segretaria».

Insomma, lo schema “panino” con due donne nella terna di testa, una delle quali la segretaria, costringerebbe le candidate a una campagna «incomprensibile». In cambio di questi “cedimenti” alla minoranza, Schlein e i suoi potrebbero chiedere il “sacrificio” di Lello Topo, ex dc, in gioventù autista di Antonio Gava, tuttora campione di preferenze, amico di Roberto Speranza ma anche dei riformisti, ma guardato con scarsissima simpatia dagli schleiniani campani.

Resta un solo panino 

Dunque la segretaria potrebbe correre da terza in lista solo nel Nord ovest, dopo Cecilia Strada e il capodelegazione a Bruxelles Brando Benifei. In due circoscrizioni invece sarà capolista: nell’Italia Centrale e nelle Isole. Resta però ancora irrisolta la collocazione di Ilaria Salis, la detenuta italiana rinchiusa nelle carceri di Budapest: non presentarla da capolista ne metterebbe a rischio l’elezione.

Un’eventualità ruvidamente commentata dal padre di Ilaria, Roberto, su Huffington Post: «Non abbiamo ancora capito di che stanno parlando», ha detto a proposito della candidatura della figlia, «Ma se all'ultimo cadesse la candidatura o se non scattasse il seggio, sarebbe un boomerang. Spero sia chiaro a tutti il luogo dove è detenuta».

Tarquinio ancora in forse

Se la segretaria scegliesse di essere capolista al Centro, darebbe una mano a risolvere l’altro rebis, quello della corsa di Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire, pacifista, disarmista e non allineato al Pd su temi come l’interruzione di gravidanza e i matrimoni gay.

Ieri il giornalista a Tagadà (La7) ha detto ancora una volta che ci sta riflettendo. In suo nome ormai nel Pd ormai si combattono apertamente due fazioni: quella dei favorevoli (la sinistra di Andrea Orlando) contro quella dei perplessi se non apertamente contrari (la riformista Lia Quartapelle ha chiesto, a nome di molti, di sapere se Tarquinio «condivide il progetto del Pd»). 

Infine nelle Isole per il tandem, al netto della presenza di Ilaria Salis, si va verso un ticket fra Schlein e Pietro Bartolo, il medico dei migranti di Lampedusa, parlamentare uscente (allo scorso giro è stato eletto sia nella circoscrizione centro che in quella della Isole).

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