I dubbi seguono la reazione furiosa delle prime ore. Giorgia Meloni, dopo lo sparo di Rosazza a Capodanno, ha fatto trapelare la propria ira. Poi, però, ha preferito concedersi una riflessione. Il caso di Emanuele Pozzolo, il deputato pistolero di Fratelli d’Italia, ha rovinato i primi giorni del 2024. Questo è un fatto certo. La presidente del Consiglio vuole provare ad andare oltre e sta ragionando con i suoi più fidati consiglieri, su tutti i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e con i vertici del partito per agire di conseguenza.

Esame balistico

La prima decisione è quella di attendere l’esame balistico sull’incidente alla festa di Rosazza, a cui ha partecipato anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove. Il fedelissimo della premier è finito a sua volta sotto l’attacco delle opposizioni. Ma la premier lo ha posto da tempo sotto la sua ala protettiva: è stato difeso già sul caso-Cospito. E non sarà toccato neppure ora. Diversa la posizione politica su Pozzolo. Il deputato di Fdi ha spiegato più volte che la pistola era sua, ma non è stato lui a sparare. Una versione consegnata alla stampa fin da subito. A Repubblica, però, un agente – presente al momento dello sparo – ha testualmente dichiarato che «Pozzolo era allegro. Ha tirato fuori la pistola dal taschino per mostrarla ai presenti». E poi «si è sentito il botto dello sparo». A Domani risulta, inoltre, che un altro testimone abbia avvalorato questa versione, contraria a quella di Pozzolo. E Luca Campana, il 31enne ferito alla gamba dal proiettile, ha spiegato ai suoi legali: «Non ho mai toccato quella pistola».

Resta dunque il giallo su come sia partito il colpo. Per questo si attendono le perizie, solo gli esami tecnici possono dirimere la vicenda. E sono decisivi per la decisione finale.

Falchi e colombe

Dentro Fratelli d’Italia ci sono due orientamenti. Le colombe, che puntano a proseguire sulla linea di derubricare la vicenda a un fatto di cronaca privo di valenza politica, e i falchi, più preoccupati dalla gravità della situazione e dalle conseguenze mediatiche. La notizia è rimbalzata su tutti media mondiali proprio mentre l’Italia assumeva la presidenza del G7. Una coincidenza sgradevole per la presidente del Consiglio. Meloni è quindi in mezzo al guado, preferisce – per ora – il silenzio, che però è stato definito «irresponsabile» dall’Anpi. «È un evento di imbarazzante e grave enormità politica e istituzionale», ha evidenziato il presidente dell’associazione dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo.

Meloni vuole d’altra parte evitare di cedere alle richieste delle opposizioni. Ma soprattutto teme l’onda lunga dell’eventuale cacciata di Pozzolo: potrebbe creare un precedente politico. In futuro qualsiasi scandalo potrebbe portare alla richiesta di cacciata o all’autosospensione. Per questo non ha mollato altri dirigenti di Fdi, a cominciare da Delmastro – sempre lui – sulle rivelazioni legate al caso-Cospito per proseguire alle altre vicende, come il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. La difesa strenua come strategia politica per avere intorno a sé una squadra compatta.
Certo, da ambienti vicini ai vertici di Fratelli d’Italia trapela la tentazione del colpo di scena, l’annuncio della sospensione di Pozzolo durante la conferenza stampa di fine anno, spostata all’inizio del 2024, in modo da disinnescare le domande dei cronisti. Un problema ulteriore per la premier. Per questo a Palazzo Chigi ci sono stati confronti e ragionamenti. Di sicuro il piano di rilancio di Meloni è stato affossato dal colpo di Capodanno: voleva mettere al centro le proprie battaglie, dopo aver approvato la manovra e superare le otoliti che hanno rovinato le festività natalizie.

L’inchiesta giudiziaria

Il messaggio è stato lanciato: pretende dai suoi comportamenti che evitino imbarazzi, non «vuole più casi del genere», spiegano a Domani fonti a lei vicine. Sembra un esercizio di auto-convincimento. Il problema è infatti la classe dirigente che non sembra preparata ad affrontare la complessità della sfida. Gli alleati del centrodestra hanno assunto il low profile. La vicenda ha comunque avuto l’effetto positivo di alleggerire le pressioni: Matteo Salvini era sotto attacco per la vicenda-Verdini, Antonio Tajani era chiamato a dare risposte per gli scarsi risultati ottenuti dal suo partito sulla manovra.

La procura di Biella porta avanti le indagini dopo aver raccolto le testimonianze dei presenti. E intanto la prefettura ha avviato la procedura per ritirare le altre armi al parlamentare, titolare di una regolare licenza. Se la pistola da cui è partito il proiettile di Capodanno è stata già sequestrata, le altre sono sottoposte all’iter ordinario. Quindi Pozzolo può presentare le proprie controdeduzioni e successivamente può fare ricorso al Tar.

Le opposizioni sono intenzionate a portare in Parlamento la vicenda. Il deputato di Alleanza verdi-sinistra, Angelo Bonelli, ha chiesto al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, di «prendere i provvedimenti opportuni», dopo aver convocato la commissione del codice di condotta dei deputati. Ed è in arrivo un’interrogazione della deputata Elisabetta Piccolotti al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Sarebbe utile sapere perché la prefettura di Biella gli ha concesso il porto d'armi per difesa personale e quali erano i fondati motivi», dice la parlamentare. Alla riapertura del Parlamento si potrebbe parlare dello sparo di Rosazza a Montecitorio.

© Riproduzione riservata