È costato 8mila euro il viaggio che ha condotto almeno 73 persone a morire in mare mentre cercavano di raggiungere le coste di Steccato di Cutro dalla Turchia. Può costare 5mila euro il ritorno dei corpi dall’Italia al luogo da cui fuggivano, secondo le agenzie funebri che dovranno occuparsene.

L’ultima vittima ritrovata è stata un bambino che potrebbe avere cinque anni. Ramzi Labidi di Sabir, l’associazione di Crotone che opera con i migranti, ha visto il dolore delle famiglie che aspettano di poter dare degna sepoltura alle vittime: «Io non riuscivo più a dormire, vivendo con il lutto dei familiari di una tragedia disumana. Dopo la morte non è finita, hanno sofferto in questi giorni ancora più del giorno del naufragio».

Le salme

La maggior parte delle vittime restituite dai flutti proveniva dall’Afghanistan. Ma ci sono anche iraniani, pachistani, palestinesi, siriani e somali. Le famiglie sono venute a piangere i loro cari e a cercare di riportarli con sé o nei paesi d’origine. Labidi racconta che arrivano da ogni parte dell’Europa, e anche dagli Stati Uniti: «C’è una dentista che è venuta per ritrovare il corpo di sua madre». 

Per i musulmani la salma deve essere sepolta il prima possibile. Ma molte giacciono ancora lì, nel Palamilone di Crotone, in attesa di pace e di una preghiera, che nel rito funebre islamico viene pronunciata prima dell’inumazione.

All’attesa si è aggiunta la beffa, visto che l’esecutivo aveva deciso di trasportare tutti i morti a Bologna, ma le famiglie si sono opposte. «Alcuni familiari non ce l’hanno fatta più ad aspettare e hanno preferito accettare la sepoltura nel cimitero islamico a Bologna. Uno dei naufraghi è stato sepolto anche qui a Crotone, ma molti altri vogliono andare all’estero».

Rientri

Così nella mattina di oggi, giovedì, alle 10.50 al cimitero di Borgo Panigale a Bologna, sono arrivati i sette feretri partiti da Cutro nella notte di ieri, mercoledì. Allo stato attuale – ha affermato il Viminale in una nota – il 6 marzo 2023, una salma di nazionalità afghana è stata inumata nel cimitero di Crotone; il 7 marzo 2023, una salma di nazionalità tunisina è stata rimpatriata in Tunisia; una salma di nazionalità afghana è stata rimpatriata in Germania e quattro salme sono state rimpatriate in Pakistan.

«Il 10 marzo è in programma il trasferimento di otto salme alla volta della Germania ed è in fase di preparazione il trasferimento di 16 ulteriori salme verso l'Afghanistan».

Completati questi trasferimenti, resterebbero ancora 34 vittime del naufragio, per le quali sono in corso interlocuzioni tra i funzionari del ministero inviati sul posto e i familiari delle vittime. «In merito a tutta la vicenda – sottolinea il ministero dell'Interno – vanno considerate le difficoltà oggettive del trasferimento delle salme in Afghanistan».

Alcune delle famiglie che vogliono riportare lì i loro cari avevano comunque già provato ad attrezzarsi. Sono arrivate nei giorni scorsi quattro macchine della Germania, e una da Roma. Due famiglie hanno già pagato da sole per il rientro a Kabul passando dalla Turchia, l’operazione più lunga e costosa.

Jalal Moujane, dell’agenzia funebre Albakii Roma, conferma che la sua è una delle società coinvolte dalle famiglie, e spiega: «Possiamo dare solo la cifra indicativa di 5mila euro. In realtà dipenderà tutto dai biglietti, ma non è facile trovare i voli fino a Kabul». La prima ipotesi era quella di far passare le salme dal confine con il Pakistan: «Ma le famiglie non hanno voluto», adesso il percorso deciso è appunto quello di un volo fino alla Turchia e un altro diretto nella capitale. L’Afghanistan ha già riferito che darà il nulla osta per il rientro.

Dopo 11 giorni

foto d'urso

Per le spese relative alle onoranze funebri e di immediata assistenza che ancora mancano, adesso è stata assicurata copertura con fondi del ministero dell’Interno, anche per il rimpatrio. La prefettura – fa sapere ancora il Viminale – d’intesa con la regione Calabria ha provveduto all'ospitalità presso strutture alberghiere a circa una ottantina di parenti delle vittime.

Oggi si è svolto il consiglio dei ministri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto farlo simbolicamente a Cutro. Qualche ora dopo ha invitato le famiglie a palazzo Chigi. Solo ieri il ministero dell’Interno si è mosso: «Fino a ieri – racconta il rappresentante dell’associazione Sabir – le famiglie hanno detto di non aver parlato con nessun rappresentante del governo».

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