-
Nel 2012 Anna Paratore e Milka Di Nunzio, la migliore amica della presidente del consiglio, acquistano le quote di una società. Quattro anni più tardi vendono a 20 volte di più ai titolari da cui avevano comprato. La ditta chiude poco dopo.
-
Non prima però di un ulteriore passaggio di quote: le compra un uomo del Pakistan, senza fissa dimora.
-
Di Nunzio in quell’anno affiancherà Giorgia Meloni nella corsa al Campidoglio in qualità di mandatario elettorale, cioè sarà la donna dei conti della campagna.
Nella misteriosa rete finanziaria che ruota attorno ad Anna Paratore, madre della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, c’è anche la società Raffaello Eventi Srl. In questo nuovo capitolo delle avventure imprenditoriali di Paratore è assente il socio storico, ed ex compagno, dei primi anni Duemila: Raffaele Matano, geometra esperto di operazioni immobiliari e consulente di Rodolfo Reboa, candidato alle ultime regionali del Lazio e in linea con Fratelli d’Italia. Matano ha avuto una relazione molti anni fa con la madre della premier. Soprattutto è stato in affari con Paratore e contemporaneamente in Spagna con il padre di Meloni, “rinnegato” dalla premier e condannato per narcotraffico nel 1996 con cui Paratore e Meloni hanno sempre sostenuto di avere tagliato ogni filo dalla fine degli anni Ottanta.
A partire dal 2004, infatti, l’azionista principale dell’azienda Nofumomas di Madrid era Matano, l’amministratore della stessa era Francesco. Tra le socie pure Barbara e Simona Meloni, «sorellastre» di Giorgia, come ha precisato la presidente del Consiglio nella lettera pubblicata da Domani. Possibile che negli anni in cui Matano aveva una relazione e condivideva quote societarie con Paratore e allo stesso tempo una ditta a Madrid con Francesco Meloni (all’epoca da poco condannato per narcotraffico), i due mondi non si siano mai incontrati? La premier ha ribadito che no, dal 1988 mai più visti. Negli anni in cui Meloni padre diventava amministratore della ditta di Matano, Giorgia Meloni scalava i vertici di Azione Giovani, la giovanile di An. L’inizio dell’ascesa politica.
La plusvalenza
Matano e la Spagna però non sono l’unico mistero nella vita imprenditoriale della madre di Meloni. L’operazione “Raffaello” è l’ultimo affare inedito. Nel 2012 Paratore insieme a Milka Di Nunzio, una delle migliori amiche di Meloni, ha acquistato le quote della società Raffaello eventi Srl con sede a Roma. Di Nunzio non era ancora stata assunta come coordinatrice nella Croce Rosse Italiana durante la presidenza di Rocca, l’attuale governatore del Lazio fedelissimo di Meloni. Ma da lì a poco sarebbe stata nominata da Meloni mandataria elettorale per le comunali: la figura che gestisce i conti, le spese e le entrate per la campagna del voto 2016 con Meloni candidata a sindaco di Roma. “L’affare Raffaello” è citato nel libro Meloni segreta di Andrea Palladino (Ponte alle Grazie).
Tuttavia un fatto rilevante è ancora inedito. Domani è in grado di rivelare la plusvalenza straordinaria ottenuta da Paratore e Di Nunzio con la cessione delle quote acquistate quattro anni prima, pari a 20 volte la cifra investita. Nel 2012 infatti le due donne hanno acquistato dai due fondatori, Lorenzo Renzi e David Solari, il 20 per cento ciascuno. Costo dell’operazione 2mila euro per ognuna. I bilanci della gestione non sono mai stati in attivo.
Il quinto socio era Daniele Quinzi, candidato con Fratelli d’Italia alle comunali di Roma nel 2013. Nel 2016, l’anno in cui Meloni corre per diventare sindaca di Roma, Di Nunzio e Paratore lasciano la società e ottengono dalla vendita delle quote 39 mila euro l’una e 48mila l’altra, «dei quali 2mila sono riferiti al valore della quota», «per il residuo in relazione alla rinuncia ai crediti». Il pagamento, si legge negli atti, è stato concordato in 30 rate mensili fino a luglio 2018. I conti, però, non tornano neppure considerando i crediti: nell’ultimo bilancio disponibile alla voce «crediti verso soci» la cifra indicata è zero, il totale dei crediti esigibili è invece 103mila euro, di cui verso la clientela 45mila euro.
Lorenzo Renzi, contattato da Domani, si rifugia in un sbrigativo «non ricordo», «leggete i bilanci». Li abbiamo letti: «Non so, non ricordo», ribadisce. La società Raffaello eventi ha gestito per qualche anno il locale B-Place all’Eur, noto quartiere della capitale. Nel 2016 ha chiuso i battenti, ma non la società e non prima di ospitare diverse serate mondane cui era presente anche la futura premier. Le foto sono ancora sui social e mostrano la leader di FdI nel 2013 sorridente con la sorella Arianna e l’amica Di Nunzio, titolare del bar.
Il migrante
Renzi e Solari dopo aver ricomprato da mamma Meloni hanno ceduto l’intero pacchetto azionario a un uomo del Pakistan, con il permesso di soggiorno in scadenza: Gondal Iftikhar Ahmad, domiciliato in via Dandolo 10, presso la mensa che accoglie gli indigenti della comunità di Sant’Egidio. Nonostante tutto Gondal ha trovato 10mila euro, per delle azioni che pochi mesi prima la coppia Renzi – Solari aveva ricomprato dalle donne di Meloni a cifre assai più esose.
Non è chiaro però Gondal dove abbia trovato il capitale vista la condizione di povertà in cui viveva. O siamo di fronte a un vero miracolo imprenditoriale oppure si tratta di qualcos’altro. Renzi anche su questo risponde con un forzato «non ricordo». «Mia madre lavorava sempre, inventandosi mestieri ogni volta diversi... Però è sempre stata un po’ sfortunata, e di soldi non ce n’erano mai abbastanza», ha scritto Meloni nel libro Io sono Giorgia. Di sicuro non si riferiva all’operazione “Raffaello”, l’ultimo fortunato colpo di Paratore, madre della donna più potente del paese.
© Riproduzione riservata