Preoccupata per i ritardi che il governo sta accumulando sul Pnrr, «una sfida cruciale che non riguarda il governo ma l’intero Paese»; preoccupatissima per il disinvestimento sulla sanità pubblica, «saremo mobilitati e impegnati su questo tema, non saremo soli, c’è attenzione dalle altre opposizioni e anche dal fronte sindacale»; indignata per «il clamoroso passo indietro sull’accoglienza diffusa» dei migranti, che hanno fatto governo e maggioranza con il cosiddetto dl Cutro. L’accoglienza diffusa, spiega, «è l’unica, come hanno sottolineato i nostri sindaci, che garantisce inclusione». Ma tutto questo Elly Schlein lo aveva detto anche il giorno prima alla conferenza stampa con i cronisti.

Ieri pomeriggio davanti alla direzione, riunita per la prima volta al Nazareno, la segretaria chiede un voto – da statuto – sul commissariamento del Pd di Campania e Caserta. E mette l’accento sulle prossime amministrative. Chiama l’applauso per il neosindaco di Udine Alberto De Toni, vittorioso a sorpresa nella regione Friuli Venezia Giulia appena riconquistata dal leghista Massimiliano Fedriga. Ma ora c’è la tornata del 14 e 15 maggio: «Dobbiamo mettere ogni sforzo nella tornata amministrativa in corso. Andranno al voto circa 800 comuni. Tra questi ci sono 17 capoluoghi di provincia. Saremo tutti al fianco delle nostre candidate e dei nostri candidati», dice, ma anche qui, come aveva fatto in altre occasioni, spiega di aver ereditato il dossier in corsa.

In fondo alla strada che traccia, resta la prova del nove della sua segreteria, il voto delle europee della primavera del 2024: «Da qui a un anno avremo un appuntamento elettorale molto importante che è quello in Europa. Sono convinta che ce la possiamo fare perché non c’è altro partito che abbia una vocazione europea netta come il nostro».

La questione cattolica

La discussione va avanti fino alla serata. Senza picchi di conflitto. Ma qualche malumore, più o meno sopito in queste settimane, viene a galla. Con toni pacati: nessuno per ora intende mettersi di traverso alla strada della nuova segretaria.

Eppure il disagio dei cattolici, avvertito fra i primi dal presidente Stefano Bonaccini e da Romano Prodi, fin qui è stato un silenzio rumoroso. A cui ha risposto una lettera di giovani cattolici pubblicata ieri dal nostro giornale, in cui dichiarano di sentirsi «a casa» nel nuovo Pd ispirato «alla radicalità evangelica, sulla scia dell’insegnamento sociale della chiesa espresso da papa Francesco».

https://www.editorialedomani.it/idee/voci/noi-giovani-cattolici-con-elly-schlein-non-moderati-ma-radicali-jwu3vy27

Non ne è così sicura Paola De Micheli: «Senza i cattolici il pd non è più il Pd. Ci vuole uno sforzo vero». E neanche l’europarlamentare Silvia Costa, che parla di «scarso riconoscimento» della cultura cattolico-democratica nella segreteria. E avverte che si deve aprire la discussione sulla gravidanza per altri. La segretaria, che è favorevole ma non ne ha chiesto la legalizzazione – in Italia è vietata – deve spiegare «dove e come» avverrà questo confronto. Tema scivoloso, che nel Pd cova sotto la cenere. Avverte infatti Stefano Lepri che il luogo dovrà essere la direzione: «È qui, non altrove, che occorre trovare la sintesi in un partito plurale, specie quando le posizioni sono diverse. La presentazione del disegno di legge sul matrimonio egualitario sorprende, perché sui temi sensibili occorre sempre un preventivo e approfondito confronto. Ci aspettiamo comunque che ci sia».

Il punto delle culture politiche marginalizzate da Schlein agita anche i riformisti: «Unità vuol dire confronto tra noi, ma anche sintesi», dice Andrea De Maria, vicinissimo a Bonaccini.

https://www.editorialedomani.it/politica/italia/cattolici-Pd-elly-schlein-y4gsr541

Duelli a Mezzogiorno

Poi c’è la questione del Sud, spiega Pina Picierno: «Non sarà sfuggito che questo pezzo di paese è stato sostanzialmente rimosso dalla segreteria. Come si intende rinnovare la classe dirigente del Mezzogiorno, attraverso quali strumenti e attraverso quali politiche?», si chiede, pur schierandosi a favore del commissariamento del Pd della sua regione, la Campania, e della città di Caserta: «Pretendere pulizia e un corso nuovo significa restituire dignità a tutti quei militanti e a quelle militanti, alle elette e agli eletti con la schiena dritta che non si piegano a strane alchimie, a moltiplicazioni di tessere e con amore contribuiscono ogni giorno alla crescita Pd, a Caserta, in Campania, nel Sud e nel resto del nostro Paese».

Ma sono duelli all’arma bianca: in realtà in segreteria c’è Marco Sarracino, responsabile proprio del Mezzogiorno. Che si schiera con il nuovo corso: «Quattro mesi fa eravamo dinanzi ad un forte rischio dell’esistenza stessa del Pd. Oggi siamo in una nuova fase non scontata, di nuova partecipazione, su una collocazione politicamente chiara. Il nostro popolo alle primarie ha espresso una forte esigenza: caratterizzarci con un profilo identitario chiaro, a fronte di un governo di destra nettamente identitario».

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