Una manovra troppo spostata sul ponte sullo Stretto, tanto agognato dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Ma che diventa un peso, una sorta di ipoteca per il futuro. Sottraendo potenziali risorse da destinare ad altri capitoli. L’investimento drena troppi stanziamenti, la stragrande maggioranza di quelli previsi per il futuro. E con un impatto sull’indebitamento delle casse statali. A mettere nero su bianco le perplessità è la Corte dei Conti nel documento che esamina la legge di Bilancio, illustrato durante le audizioni nelle commissioni riunite di Camera e Senato.

Stanziamenti sbilanciati

Cosa dice nel dettaglio la magistratura contabile? «Forte è lo sbilanciamento verso misure mirate a sostenere progetti specifici, primo fra tutti per peso finanziario, il Ponte sullo Stretto, seguito da una serie di altri interventi minori, con impatti limitati sul sistema economico per via della spiccata localizzazione», si legge nel dossier ribadito dal presidente, Guido Carlino, in parlamento.

La spesa però incide sull’indebitamento netto. «Incide in misura particolarmente rilevante il finanziamento per il ponte sullo Stretto che assorbe risorse per 3,1 miliardi, con un effetto pari a 1,9 miliardi sull’indebitamento», evidenziano ancora i magistrati contabili. Una disamina che dà forza alle proteste delle opposizioni. «Il Ponte sullo Stretto di Messina comporterà la demolizione di centinaia di abitazioni in un'area altamente sismica», ha affermato il co-portavoce e deputato di Europa Verde, Angelo Bonelli. «Un progetto, resuscitato dopo 12 anni – ha incalzato Bonelli - che per essere finanziato comporterà il taglio del fondo nazionale per il trasporto pubblico, privando le città italiane di investimenti essenziali per migliorare la qualità della vita e ridurre l'inquinamento atmosferico». Per la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, c’è un problema di impatto ambientale: «Anche un bambino capirebbe che il ponte contrasta con i principi di sostenibilità ambientale presenti nell'Agenda 2030».

Manovra debole

Ma la Corte dei Conti non si è limitata a sottolineare i problemi relativi Ponte e al capitolo investimenti, analizzando altri aspetti deludenti della legge di Bilancio. È stata messa infatti in evidenza una portata limitata della manovra sul Pil italiano. Si tratta di un intervento debole, non in grado di dare la giusta spinta all’economia. «Le prospettive di crescita del Paese appaiono rimesse fondamentalmente alla tempestiva e completa attuazione dei progetti inclusi nel Pnrr, non risaltando dalla nuova programmazione di bilancio misure di stimolo altrettanto innovative e in grado di competere con il dispositivo europeo di ripresa e resilienza», riporta il documento dei magistrati contabili. Insomma, poche risorse spese male per realizzare un’opera pensata più per la propaganda che per lo sviluppo. Così non resta che aggrapparsi a quel Piano di ripresa e resilienza che però va a rilento.

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